(Teleborsa) -
E' iniziato oggi a Cernobbio il Forum Ambrosetti, il consueto appuntamento che riunisce il gotha dell'economia e delle istituzioni, nella splendida cornice di Villa d'Este. La
44esima edizione del forum, intitolata "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive", si suddividerà in
tre giornate, la prima dedicata ai temi globali, la seconda all'Europa, la terza concentrata sull'Italia.
Presenti molti esponenti del governo: dal Ministro dell'Economia
Giovanni Tria, al vicepremier
Matteo Salvini, assieme ai Ministri
Giulia Buongiorno (PA) ed
Elisabetta Trenta (Difesa). Parteciperanno anche personalità di spicco nel panorama europeo come l'ex vicepresidente della BCE,
Vitor Constancio e il rigidissimo commissario europeo al Bilancio
Gunther Oettinger, recentemente attore di diversi attacchi all'Italia.
E poi ci sarà il meglio dell'imprenditoria italiana, guidata dal Presidente di Confindustria
Vincenzo Boccia. Fra i vertici delle partecipate statali si segnala
l'AD di Enel, Francesco Starace, che ha parlato del ruolo dell'azienda elettrica in America latina, affermando che
intende "rimanere in Argentina". "Non siamo preoccupati. Gli impatti ci sono già stati. La crisi è profonda e articolata da dodici anni".
Presente anche
il Presidente di ENI, Emma Marcegaglia, che ha parlato di un'altra questione spinosa,
la presenza in Libia e l'attuale situazione di emergenza politica. "Se l’attuale situazione dovesse permanere, la nostra produzione calerebbe", ha affermato.
A rappresentare il mondo delle banche il
numero uno di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, che definisce la
fine del QE "una buona notizia", perché il banchiere guarda al piano di acquisto asset della BCE come ad
una "medicina" ed afferma che "quando il medico dice che non serve più, è una buona notizia". Non solo QE e Spread, ma Gros-Pietro parla anche dell'attività della banca, affermando "abbiamo
già erogato 32 miliardi di euro di finanziamenti a medio-lungo termine nei primi 8 mesi".
Frattanto, il primo
sondaggio del Forum rileva un
peggioramento del sentiment delle imprese, a causa dell'incertezza economico-finanziaria dell'Italia ed in vista delle prossime elezioni europee. In particolare è emerso che
il fattore che più preoccupa le imprese è la stabilità dell'Unione europea (questa risposta è stata la più votata con il 92,9% dei consensi). Seguono i dazi USA (83,6%) ed , a sorpresa, l'impatto della tecnologia sulla democrazia (76,4%), che scalza le preoccupazioni per il debito dlel'Italia (48,6%).