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Wow Air, ultimo di oltre 20 fallimenti

Nel corso dell’ultimo anno il più alto numero di flop nel settore aereo

Economia, Trasporti
Wow Air, ultimo di oltre 20 fallimenti
(Teleborsa) - Il fallimento della compagnia aerea low cost Wow Air, sopraggiunto nel cuore dell’ultima settimana di marzo e alla vigilia dell’entrata in vigore in Europa dell’orario operativo estivo, è l’ottavo caso di resa registrato negli ultimi mesi nel settore del trasporto aereo nel vecchio continente. Fondata nel 2011 dall’imprenditore islandese Skuli Mogensen, che aveva tentato un piano di ristrutturazione da 160 milioni di dollari prima che le società di leasing chiedessero indietro i proprio aeromobili, Wow Air aveva trasportato 3,5 milioni di passeggeri nel 2018 e rappresentava un asset logistico importante per il turismo dell’Islanda, che ora si ritrova a contare sulla sola Icelandair e corre il rischio di vedere calare la quota di visitatori nell’isola.

Nel corso dell’ultimo anno il trasporto aereo mondiale ha visto fallire oltre venti compagnie, il numero più alto dell’ultimo decennio, gettate nella crisi soprattutto dall’aumento del costo del carburante e, nel caso dei vettori a profilo low cost, dalla impossibilità di reggere la sfida delle tariffe a ribasso. Emblematico il caso di Primera Air, fondata nel 2003 e con sede a Copenaghen ma anch’essa con capitali islandesi, che si è arresa il 1° ottobre 2018 appena un mese dopo avere lanciato il primo collegamento con gli Usa. Sempre nell’ottobre scorso la cipriota Cobalt Air aveva deciso di cancellare i voli da un giorno all’altro. In precedenza, a fine agosto, la svizzera SkyWork Airlines aveva restituito la licenza di esercizio all’Ufficio federale elvetico dell’aviazione civile.

Nel 2017 sono sparite 14 compagnie aeree sotto bandiera europea e tra esse Monarch Airlines, protagonista del più grosso fallimento nel settore del trasporto aereo del Regno Unito, che ha lasciato a terra 110mila passeggeri all’estero costringendo la Civil Aviation Authority a organizzare un piano di rientro in patria senza precedenti. Si sono contate poi una mezza dozzina di chiusure in nord America, tra cui la canadese Air Labrador e l’americana Wings of Alaska, mentre in Asia il solo caso della Tigerair di Singapore. Dati alla mano, i flop si concentrano maggiormente in Europa, dove però la nascita di nuovi vettori risulta doppia rispetto alle cessazioni. Un dinamismo che, tuttavia, non riflette quella stabilità che il settore del trasporto aereo richiede.
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