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Produzione industriale, Confcommercio: "Segnali ancora deboli"

Per l'associazione dei commercianti il dato sembra allontanare il rischio recessione, per Codacons "è ancora presto per cantare vittoria"

Economia
Produzione industriale, Confcommercio: "Segnali ancora deboli"
(Teleborsa) - La ripresa della produzione industriale è un dato positivo ma non sufficiente. Sono i primi commenti arrivati dopo il dato sulla crescita dello 0,8% della produzione industriale a febbraio.

Per Confcommercio il dato sembra "allontanare il rischio di una recessione" ma è ancora insufficiente "a garantire una crescita superiore a pochi decimi di punto".

Secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, tra gli elementi positivi c'è "il recupero legato ai beni di consumo non durevoli, anche se è difficile attribuirvi il senso di un'inversione di tendenza considerato il forte calo della fiducia delle famiglie in atto da alcuni mesi. Nel frattempo - prosegue Confcommercio - il Def, in linea con le previsioni delle istituzioni italiane e internazionali, traccia per l'anno in corso uno scenario di stagnazione. La presa d'atto della difficile condizione del sistema produttivo, assieme alla riduzione delle aspettative sull'efficacia dei provvedimenti di ridistribuzione in termini di crescita - conclude la nota - sono un primo passo in termini di maggiore credibilità dell'azione di governo, che potrebbe portare benefici a breve termine sui rendimenti dei titoli sovrani".

Anche per Codacons si tratta "senza dubbio di numeri incoraggianti e che fanno ben sperare, specie con riferimento ai beni di consumo che segnano la crescita più elevata dal 2017, ma tali dati non bastano a cantare vittoria e non determinano la fine della crisi per l'industria italiana", come ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi. "Sarà necessario attendere i prossimi mesi per verificare se l'industria riuscirà a uscire definitivamente dal pantano, e in tal senso i consumi delle famiglie giocheranno un ruolo primario influendo in modo determinante su tutti gli indicatori economici", conclude Rienzi.

Secondo Paolo Mameli, Senior Economist Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, il balzo della produzione industriale alza le prospettive per il Pil nel primo trimestre, che potrebbe tornare in territorio lievemente espansivo. Tuttavia, difficilmente si andrà oltre lo 0,2% in media d'anno, perché la correzione nell'industria potrebbe essere rimandata al trimestre primaverile.

Il dato "è per molti versi sorprendente, soprattutto perché in controtendenza rispetto alla fiducia delle imprese manifatturiere, che mantiene un trend di calo. L'aumento di produzione - ha osservato Mameli - potrebbe essere legato all'anticipo di ordini dall'estero nei primi due mesi dell'anno dovuto ai timori connessi agli effetti della Brexit. In tal senso, non è escluso che l'attività produttiva possa tornare a calare nei mesi di marzo e aprile".
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