(Teleborsa) - Ad aprile, dopo la flessione del 30,1% di marzo,
i consumi sono crollati nel confronto annuo del 47,6%, "rappresentativo di un mese in cui quasi tutte le attività, ad esclusione di quelle considerate necessarie, sono state sospese e la mobilità personale fortemente ridotta". È quanto si legge nell'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio che definisce
tali cifre "inverosimili", da "errore nel foglio excel".
Come segnala l'ente rappresentativo delle imprese italiane sono pochi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo e sono quelli legati all’alimentazione domestica, alle comunicazioni e all’energia. Per Confcommercio
la questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza (turismo e intrattenimento). Per tali ragioni, si legge in una nota che ha accompagnato l'analisi,
"la fine del lockdown non sarà uguale per tutti. E dopo la riapertura si avvertiranno dolorosi effetti di reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l’anno in corso".
Ampliando lo sguardo a cosa è accaduto nel periodo di lockdown si rileva
nel complesso del secondo bimestre, nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, un calo del 38,9% dei consumi, dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi. I più penalizzati continuano a risultare i servizi e in particolare quelli relativi al tempo libero.
Anche per queste ragioni,
il rimbalzo congiunturale del 10,5% del PIL stimato per il mese di maggio appare modesto se confrontato alle cadute dei mesi precedenti. Nel confronto annuo la riduzione è ancora del 16% e non basteranno gli ulteriori recuperi di attività attesi da giugno in poi per cambiare significativamente la rappresentazione statistica di una realtà fragile e profondamente deteriorata.