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Ue-AstraZeneca, lo scontro sulla consegna dei vaccini va avanti tra "aperture" e indagini

Il governo di Londra si dice pronto ad aiutare l'Europa ma non con le proprie forniture. La Commissione intanto autorizza un'indagine sullo stabilimento belga.

Economia, Salute e benessere
Ue-AstraZeneca, lo scontro sulla consegna dei vaccini va avanti tra "aperture" e indagini
(Teleborsa) - La Gran Bretagna ha aperto alla possibilità di aiutare l'Unione europea con i vaccini anti Covid di AstraZeneca anche se da Londra hanno precisato che le dosi non arriveranno dalle proprie forniture. Il ministro britannico Michael Gove, titolare dei rapporti con l'Unione europea per il governo Johnson, le ha infatti definite "blindate".

"Il nostro programma di vaccinazioni è stato concordato e garantito mesi fa con impegni su quantitativi di dosi prefissati e questo ci rende sicuri che esso andrà avanti esattamente come pianificato", ha detto ospite di un programma televisivo britannico, in linea con la versione fornita dal Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, che ha spiegato in un'intervista come i ritardi nelle consegne siano dovuti al minor tempo avuto a disposizione per organizzare la fase produttiva negli stabilimenti sul Continente rispetto a quello avuto per gli impianti in Gran Bretagna. Gove ha comunque assicurato che il governo Johnson è pronto "a parlare con in nostri amici in Europa per vedere come possiamo aiutarli" in caso di necessità.

Tali affermazioni sono arrivate dopo l'accusa da parte dell'Ue all'azienda anglo-svedese di favorire il Paese e la richiesta che venisse dirottata verso l'Unione europea parte delle forniture di vaccino destinate al Regno Unito. La scorsa settimana, infatti, la casa farmaceutica – che ancora attende il via libera dall'Agenzia europea del farmaco per il vaccino anti Covid mentre è già disponibile nel Regno Unito – ha annunciato che ci sarebbero stati dei ritardi nella distribuzione nei paesi europei – circa il 60% di dosi in meno – a causa di problemi nella produzione negli stabilimenti europei, in particolare in quelli in Belgio. Soriot nella stessa intervista ha garantito che sarà comunque distribuita "una quantità sufficiente" del vaccino.

Va avanti così la querelle tra AstraZeneca e l'Unione europea. A seguito dell'intervista rilasciata da Pascal Soriot – in cui ha anche affermato che nel contratto con l'Europa non ci sia alcun vincolo nelle consegne ma solo l'impegno a fare il meglio possibile per garantire la distribuzione dei vaccini ordinati – la Commissione europea ha chiesto di potersi svincolare dalla clausola di segretezza che protegge gli accordi con l'azienda.

L'incontro tra i vertici europei e l'azienda avvenuto ieri ha smorzato solo in parte i toni della discussione. "Tono costruttivo nel nostro incontro con il Ceo di AstraZeneca Pascal Soriot, nel nostro consiglio direttivo sui vaccini, sulle consegne del loro vaccino dopo l'approvazione. L'Ue rimane unita e ferma: devono essere rispettati gli obblighi contrattuali, i vaccini devono essere consegnati ai cittadini dell'UE", ha twittato la Commissaria per la Salute, Stella Kyriakides, che però ha aggiunto: "Ci rammarichiamo per la continua mancanza di chiarezza sul programma di consegna e chiediamo ad AstraZeneca un piano chiaro per la consegna rapida della quantità di vaccini che abbiamo riservato per il primo trimestre. Lavoreremo con l'azienda per trovare soluzioni e fornire rapidamente vaccini ai cittadini dell'UE".

Nel frattempo l'Autorità del farmaco belga ha avviato un'inchiesta sulla fabbrica di vaccini contro il coronavirus di AstraZeneca nel pressi di Bruxelles su richiesta della Commissione Ue. Nella giornata di ieri c'e' stata una prima visita dei funzionari dell'agenzia federale belga a Seneffe – la sede ha cui ha fatto riferimento AstraZeneca per giustificare i ritardi nelle consegne europee – ha detto il ministero della Sanità del Belgio. Sono stati prelevati dei campioni e dei documenti dallo stabilimento ora al vaglio di esperti europei. Un'altra visita è prevista nei prossimi giorni.
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