(Teleborsa) - Se la strada della
Brexit è stata tutta in
salita, non è da meno lo scenario
post-Brexit che si è perfettamente inserito nel solco delle polemiche che hanno caratterizzato il
divorzio tra
Londra e Bruxelles. Si fa sempre più aspro lo scontro tra
Francia e Regno Unito sul
nodo pesca nelle acque dell'isola britannica di
Jersey, nel Canale della Manica. Dopo che
Londra ha pubblicato una lista di 41 imbarcazioni autorizzate a pescare,
Parigi si è detta pronta a varare "misure ritorsive" come confermato dalla Ministra del mare
Annick Girardin nel corso del question time all'Assemblea Nazionale. L'allusione è a una possibile interruzione del trasporto di elettricità dalla
Francia via cavo sottomarino.
Con l'entrata in vigore dell'accordo sulla
Brexit, dal primo gennaio di quest'anno, infatti, non è più valida
l'intesa sottoscritta nel 2004 tra i pescatori bretoni, normanni e inglesi per spartirsi la zona di pesca delle isole del Canale della Manica, in particolare dell'isola di
Jersey. Dal dicastero di
Girardin viene inoltre sottolineato che il
Regno Unito ha anche stabilito il numero di giorni che possono passare in acqua i pescatori e con quali strumenti.
Intanto, in una fase di grandi cambiamenti sulla
scacchiera internazionale, l'Unione europea si prepara a dare nuova linfa al apporto con
l'India. In un vertice bilaterale, in programma sabato le parti dovrebbero annunciare un atteso ritorno al tavolo delle trattative in vista di un accordo commerciale. In parallelo - e la mossa sembra tutt'altro che scollegata -
Bruxelles raffredda
l'asse con Pechino.
Riferendosi alla ratifica del recente accordo sugli investimenti con la Cina da parte del Parlamento europeo, il Vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha detto: "Abbiamo per ora (...) sospeso gli sforzi di sensibilizzazione politica da parte della Commissione". Citando le recenti sanzioni e contro-sanzioni tra Cina ed Europa, parlando all'agenzia AFP, ha ammesso che
"l'atmosfera non è favorevole alla ratifica dell'accordo".