(Teleborsa) - La
crisi pandemica scoppiata a marzo 2020 ha
colpito più duramente le regini del Centro-Nord d'Italia, che hanno subito un calo tanto maggiore del PIL quanto più acuta è stata la crisi sanitaria, che come noto ha investito soprattutto la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia-Romagna.
Nel 2020, le
aree del Nord-ovest e del Nord-est hanno sofferto particolarmente, registrano complessivamente un
calo del PIL del 9,1%, mentre se si considera il
Centro-Nord il calo si attesta a
-9%. Entrambi i dati sono superiori alla media nazionale, che ha registrato una contrazione del Prodotto interno lordo dell'8,9%. La flessione è stata
meno accentuata al Centro (-8,8%) ed
al Sud (-8,4%).
Il
settore più penalizzato dall’emergenza sanitaria è stato quello del
Commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni che al Nord-est e nel Mezzogiorno ha perso il 14,5% del valore aggiunto, registrano un calo meno marcato al Centro (-12,9%) e nel Nord-Overt (-12,2%). Non va meglio per l'Industria che segna un calo che va dall'11,9% del Nord-Ovest al 9,9% del Sud con una media nazionale che si attesta a -11,1%.
Quanto all'
occupazione, si registra una
diminuzione più omogenea a livello territoriale: -2,1% nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno, -2% nel Nord-est e -1,9% nel Centro.