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Outlook ABI-Cerved su crediti deteriorati: nel 2022 primo aumento in 10 anni

Economia
Outlook ABI-Cerved su crediti deteriorati: nel 2022 primo aumento in 10 anni
(Teleborsa) - Tornano a crescere i crediti deteriorati delle imprese nel 2022, a causa dell'incertezza economica e delle aspettative negative che hanno caratterizzato l'esercizio e fatto risalire per la prima volta, negli ultimi dieci anni, il tasso di deterioramento del credito alle imprese, cioè l’indicatore che esprime la percentuale dei crediti in bonis deterioratisi neo corso dell’anno sino a diventare non performing.

Sono questi, in estrema sintesi, i principali risultati dell’Outlook Abi-Cerved 2022-24, un report realizzato da Abi e Cerved, che quantifica i flussi dei nuovi crediti deteriorati delle imprese (non solo sofferenze, ma anche inadempienze probabili e crediti scaduti). L’indice, pari al 2% nel 2021, ha raggiunto il 2,3% a fine 2022, che risulta ancora al di sotto dei livelli pre-Covid (2,9% nel 2019) ma è destinato a salire al 3,8% nel 2023 (livello già toccato nel 2017), per poi scendere di nuovo al 3,4% nel 2024. Si tratta di valori ampiamente inferiori ai preoccupanti picchi registrati nel 2012 (7,5%).

Guardando alla tipologia di imprese, solo le costruzioni fanno registrare tassi di deterioramento minori rispetto al 2019, mentre le microimprese registrano il livello più alto di nuovi crediti in default, rilevabile già nel 2022.

"Nel corso del 2023, a causa delle incognite derivanti dal contesto geo-politico e con la fine certa dalle misure emergenziali applicate nel periodo pandemico, i crediti deteriorati delle imprese torneranno ad aumentare", afferma Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved Group, anticipando "ci aspettiamo però impatti moderati sulla nostra economia: il mercato negli ultimi anni si è strutturato non solo per gestire un aumento dei volumi ma è anche maturato nelle politiche di gestione da parte delle banche e degli operatori specializzati per fronte a questa emergenza".

"Il previsto rallentamento del ciclo, le tensioni geo-politiche e il rialzo dei tassi di interesse, determineranno da quest’anno una crescita del rischio di credito che, seppur pienamente gestibile dalle banche, interrompe il lungo processo di discesa iniziato nel 2012", commenta Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell’ABI, mettendo l'accento sull'esigenza di "interventi volti a facilitare la ristrutturazione dei crediti e, in generale, di misure a tutela della sostenibilità del debito delle imprese, aumentato per effetto della pandemia".
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