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Top Utility incorona le migliori in Italia. Settore vale 8,5% del PIL

Economia
Top Utility incorona le migliori in Italia. Settore vale 8,5% del PIL
(Teleborsa) - Le 100 maggiori utility italiane vantavano un valore della produzione di 152 miliardi di euro nel 2021, pari all'8,5% del PIL italiano, e coprono la quasi totalità delle vendite di elettricità, il 63% dei volumi di gas, il 67% di acqua ed il 43% dei rifiuti urbani raccolti. Solo 15 imprese superano il miliardo di euro di ricavi, mentre 56 sono sotto i 100 milioni ed hhano una spiccata vocazione territoriale.

E' quanto emerge dallo studio "Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell'energia, dell'acqua, del gas e dei rifiuti", presentato da Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys, in occasione dell'undicesima edizione di Top Utility, il consueto evento annuale organizzato in collaborazione con Utilitalia.

L'azienda top nella classifica di quest'anno è Brianzacque, ma premi tematici sono stati assegnati ad Acea, Acqualatina, Agsm Aim, CVA, Hera, Savno e Smat.

"Proseguono le grandi trasformazioni nel settore delle utility sulla spinta delle iniziative politiche e tecnologiche che puntano a una crescente circolarità dell'economia e all'elettrificazione dei consumi", ha spiegato Alessandro Marangoni, non nascondendo che incertezza e rischi geopolitici pesano ancora sul settore.

"Tra pandemia, crisi energetica e siccità negli ultimi tre anni le utility si sono trovate ad affrontare una serie di situazioni emergenziali che hanno rappresentato sfide enormi per il comparto", ha confermato il presidente di Utilitalia Filippo Brandolini, rilevando che "le imprese non si sono limitate a garantire la continuità dei servizi e ad attivare tutte le azioni per minimizzare i disagi e la minore esposizione possibile a carico dei cittadini, ma hanno continuato a sviluppare progetti fondamentali per supportare la transizione ecologica del Paese".

Boom degli investimenti che nel 2021 sono arrivati a quasi 11 miliardi, con un aumento del 50% rispetto al 2019. Mentre aumentano fortemente gli investimenti cala leggermente il rapporto con il fatturato, che passa dal 7,1% del 2019 al 6,6%. La ragione risiede negli straordinari aumenti dei prezzi energetici iniziati già nel 2021, che impattano in particolare sul settore elettrico, dove il rapporto cala dal 4,6% del 2019 al 3,8% del 2021. Cresce, invece, per tutti gli altri comparti, incluso quello del gas che sale dall’11,4% al 13,7%.
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