(Teleborsa) -
Nuovi record sui tassi di interesse su mutui a famiglie e prestiti alle imprese in Italia, nonostante la pausa sugli aumenti ai tassi di riferimento operata dalla BCE il mese scorso. A ottobre il
tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni ha raggiunto il
4,37%, massimo dal febbraio del 2009, a fronte del
4,21% di settembre. Lo riporta l'ABI nel suo rapporto mensile. Secondo l'associazione delle banche italiane, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,45%, massimo dall'ottobre del 2008, mentre a settembre era al 5,35%. Il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,70%, laddove a settembre era al 4,61%.
Il bollettino rileva che la
raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di quasi 229 miliardi tra settembre 2022 e settembre 2023 (141,5 miliardi famiglie, 30,0 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). Ad ottobre la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+15,8%), sostanzialmente stabile rispetto a settembre 2023 (+16,3%). I soli depositi, nelle varie forme, sono quindi scesi ad ottobre 2023 del 4,6% rispetto ad ottobre 2022 (-3,5% a settembre 2023). A fronte del forte incremento della raccolta indiretta, la raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata ad ottobre 2023 in calo del 2,5% su base annua (-1,5% a settembre 2023)
Prosegue la contrazione del credito bancario in Italia,
sulla scia dell'inasprimento di politica monetaria operato dalla Bce nei mesi passati e del rallentamento dell'economia. Ad ottobre i prestiti a imprese e famiglie sono risultati del 3,6% rispetto a un anno prima, dopo che a settembre 2023 avevano registrato un meno 3,8% annuo. I dati disaggregati sono relativi a settembre: i prestiti alle imprese erano diminuiti del 6,7%, riferisce l'associazione, e quelli alle famiglie dello 0,9%. Il calo dei volumi di credito, si legge, è coerente con il rallentamento della
crescita economica che deprime la domanda di prestiti.Stabili le sofferenze nette sui prestiti delle banche (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati con proprie risorse) che a settembre 2023 sono state pari a 17,8 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 17,9 miliardi di agosto. Questa voce aveva segnato un massimo storico di 88,8 miliardi nel novembre del 2015, ricorda l'associazione delle banche
. Il rapporto delle sofferenze nette sugli impieghi totali è all'1,05% a settembre, dall'1,06% di agosto.