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Lavoro intermittente, i numeri: la fotografia ISTAT

Nel secondo trimestre ai massimi storici

Economia
Lavoro intermittente, i numeri: la fotografia ISTAT
(Teleborsa) - Nel 2022, le posizioni con contratto intermittente sono 288mila in media mensile e rappresentano il 2,1% delle posizioni dipendenti totali; nell’89% dei casi la qualifica è di operaio e in oltre l’83% il contratto è a tempo determinato.
Lo rileva l'Istat spiegando che oltre il 48% delle posizioni con contratto intermittente sono nel settore degli alberghi e ristoranti, dove rappresentano quasi il 12% dell’occupazione complessiva; nel settore dei servizi professionali e alle imprese sono arrivate a rappresentare quasi il 3% (poco meno del 19% dei lavoratori intermittenti totali).


Tra i lavoratori intermittenti, nel 2022, le ore pro capite mensili mediamente retribuite ammontano a 44,5 e la retribuzione oraria lorda è pari a 11 euro. Nel settore degli alberghi e ristoranti si registra il valore minimo delle ore (39,6; -11% rispetto alla media), mentre nel settore delle attività professionali e a supporto delle imprese si osserva la retribuzione lorda più bassa, che arriva a 9,12 euro (-17% rispetto alla media). Questi due settori si caratterizzano anche per la quota più elevata di contratti intermittenti a termine (rispettivamente 86,8% e 84,2%).

Dal report emerge che il lavoro intermittente mostra un’elevata stagionalità, con picchi di domanda nei mesi estivi - particolarmente evidenti nel settore degli alberghi e ristoranti - e in quelli a ridosso delle festività invernali, quando si concentra nel settore del commercio. Il terzo e quarto trimestre dell’anno registrano pertanto la più alta intensità lavorativa che, tuttavia, non supera mai i 33 punti percentuali (sono cioè necessari tre lavoratori intermittenti per raggiungere l’orario di un lavoratore standard a tempo pieno).


Quanto alle retribuzioni orarie dei lavoratori intermittenti "mostrano i valori più elevati nel secondo e quarto trimestre dell’anno (in corrispondenza dell’erogazione della quattordicesima e tredicesima mensilità, pagate in relazione al totale delle ore effettivamente retribuite), una stagionalità che tuttavia nel corso del tempo si è affievolita a seguito della rapida espansione dei contratti a termine.

Nel secondo trimestre 2023, il numero di posizioni intermittenti raggiunge il valore massimo della serie storica, pari a poco meno di 312mila unità, grazie alla forte espansione rispetto al secondo trimestre 2022 (+6,1%); anche per le retribuzioni orarie il valore osservato è il massimo della serie, con una crescita rispetto allo stesso trimestre del 2022 del +2,3%; le ore pro capite mostrano invece una diminuzione sia rispetto al secondo trimestre 2022 (-1,6%) sia rispetto al secondo trimestre 2021 (-2%).


A partire da giugno 2024 - si legge nel report - le stime trimestrali sulla numerosità, sul contributo all’input di lavoro e sulle retribuzioni orarie dei lavoratori intermittenti saranno diffuse con il comunicato stampa trimestrale sul mercato del lavoro.
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