(Teleborsa) - "Accordo di principio" raggiunto tra i Paesi membri dell'Ue sull'utilizzo dei
profitti generati dai
beni russi immobilizzati nell'Unione europea. Gli ambasciatori dei Ventisette hanno infatti stabilito che i
fondi (derivanti proprio dall'immobilizzazione e al netto della tassazione) verrano destinati al fondo per la ripresa ucraina (10%) e alla fornitura di armi (90%). L'intesa ora deve ancora essere confermata a livello dei ministri dell'Unione. Si stima che si tratti di un "tesoro" da circa
210 miliardi di euro.
La stragrande maggioranza dei beni russi immobilizzati si trova in Belgio e sono amministrati da
Euroclear, società internazionale di deposito di fondi. In base all'accordo la percentuale in favore della società per le operazioni di gestione dei fondi sarà ridotta dal 3% attuale allo 0,3% dei profitti netti.
La Commissione europea aveva presentato a marzo un piano volto a confiscare i proventi prodotti da questi beni, che potrebbe consentire di liberare tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro all'anno a favore di Kiev. Alcuni Stati e la Banca Centrale Europea hanno sottolineato che un'iniziativa del genere potrebbe avere
ripercussioni legali e soprattutto nei
mercati finanziari, intaccando la credibilità dell'Ue agli occhi degli investitori stranieri.
Mosca ha già minacciato
azioni legali "per decenni" nel caso di utilizzo degli extraprofitti dei suoi beni immobilizzati.