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Tra euforizzanti e sonniferi

La questione decisiva dell'orizzonte temporale


Se invece l'orizzonte è a 24 mesi sono da comprare (con calma) i ribassi. Nel settembre 2024, con l'inflazione ridimensionata, l'economia in ripresa e le presidenziali americane imminenti, borse e bond saranno infatti più in alto di dove si trovano adesso.

Questi schemi operativi vanno poi immersi in un bagno di prudenza. Le esogene geopolitiche possono infatti scombinare tutto. Purtroppo, mentre è sempre possibile pensare a un complicarsi dei conflitti, è molto difficile pensare a una pace che comporti un'immediata sospensione delle sanzioni.

Prevedere il breve termine, in questo contesto, è più difficile che guardare a 12 o a 24 mesi. I fattori meteorologi ci avranno una rilevanza alla quale i mercati sono poco abituati. Un inverno particolarmente rigido o mite sposterà il prezzo globale dell'energia, l'inflazione e la reazione delle banche centrali. Eventuali blackout (che nei prossimi anni saranno sempre più frequenti man mano crescerà il peso delle energie rinnovabili) potranno avere ripercussioni sul Pil. Il Covid, che solo la Cina continua a prendere sul serio, ci abbandonerà per sempre o ritornerà in qualche nuova variante?

Per il momento conviene ancora mantenere il livello di 4000 sull'SP 500 come perno intorno al quale ruotare da qui a fine anno. Chi sceglie di operare sul breve dovrà prestare molta attenzione al posizionamento del mercato ed evitare di assumere troppi rischi, perché i reversal, in un quadro così confuso, saranno frequenti e significativi. Sarà quindi molto meglio, ripetiamo, avere un'impostazione strategica e guardare a 12 o 24 mesi.

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