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È tornata l'inquisizione laica e non santa


Così i vari movimenti che cercano la libertà in una confusa antropologia sessuale laica affermano non solo i loro diritti in modo arrogante e pretestuoso senza una minima accettazione della libertà altrui che viene considerata eresia e quindi da condannare, ma pretendono di imporre le loro verità. Così di fronte ai grandi problemi del nostro tempo ci troviamo a discutere di deviazioni sessuali e di comportamenti illogici; quando si condanna per pornografia una professoressa che mostra il Davide di Michelangelo e un'altra per avere dato il buongiorno alle ragazze della sua classe ledendo lo spirito di qualcuna di esse che non si considera "ragazza" ma "ragazzo" siamo fuori da una logica del confronto ma di fronte ad un'imposizione violenta ed irrispettosa.

Si sono creati gruppi di potere che impongono la loro diversità con una violenza rabbiosa che esclude ogni forma di ragionevole confronto; a fronte di queste enclave irrituali gli osservatori esterni ne sono intimiditi e così una politica debole e bisognosa di consenso si adegua per opportunismo, gli interessi economici che seguono l'indicazione data dalle diversità ben si adattano a seguirle per paura di perdere i consumatori.

Va accettata la libertà di pensiero e di azione come occasione di confronto perché nessuno può ergersi a portatore della verità assoluta, ma in questo confronto così come è posto esiste una sola verità da non discutere, si cade nella violenza verbale e fisica di troppi che hanno perso il senso di un limite morale che favorisca la convivenza e non uccida il senso sociale che ci fa stare uniti ma crea la desertificazione morale e un insanabile clima conflittuale.

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