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L'Oro consolida a poca distanza dai 2.000 dollari dopo rally ottobre

Le previsioni degli esperti del World Gold Council per il prossimo futuro

Finanza
L'Oro consolida a poca distanza dai 2.000 dollari dopo rally ottobre
(Teleborsa) - L'oro si conferma a moderata distanza dei 2.000 dollari l'oncia, livello raggiunto a fine ottobre, in scia alle tensioni geopolitiche che hanno fatto impennare il prezzo del metallo prezioso. Ottobre infatti è stato un mese molto fruttuoso per chi investe in oro, poiché il metallo ha guadagnato circa il 6,8%.

I prezzi dell'oro hanno avviato il mese in ribasso, al di sotto dei 1.850 dollari l'oncia, per poi avviare un rally che ha spinto i prezzo al d sopra dei 2.000 dollari, per chiudere il mese a 1997 USD, in rialzo del 6,8%. La prima quindicina di novembre ha visto in leggero ritracciamento del metallo, che ora sta consolidando attorno ai 1.945 dollari, in attesa di altri spunti rialzisti o ribassisti.

Un effetto positivo sull'oro è stato esercitato indubbiamente le tensioni geopolitiche. In aggiunta alla guerra fra Russia ed Ucraina ormai in corso da oltre un anno e mezzo, si è aperto un altro focolaio in Medioriente, con l'attacco di Hamas a Israele lo scorso 7 ottobre. Un evento che ha fatto anche temere una risposta dell'Iran e che ha restituito appeal ai cosiddetti beni rifugio (safe-heaven).

Altro fattore rialzista per l'oro è rappresentato dalla resistenza dell'inflazione, che pur avendo ritracciato dai massimi raggiunti, si dimostra ancora piuttosto elevata, soprattutto la componente di fondo.

Per contro, continuano a pesare gli elevanti rendimenti dei Treasury e la forza delle dollaro, che rappresentano un investimento concorrente per il metallo prezioso. Ma la "pausa" della Fed sui tassi d'interesse e la possibilità che i rendimenti dei T-bond ed il dollaro abbiano raggiunto un picco, apre dei risvolti positivi per il metallo.

Secondo gli esperti del World Gold Council "una rottura dal range attuale richiederà probabilmente un catalizzatore. Riteniamo che uno o più dei seguenti scenari siano candidati: un’escalation geopolitica, un picco dei rendimenti obbligazionari o un mercato azionario ribassista. Fino ad allora, riteniamo probabile che i prezzi rimangano piuttosto instabili".
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