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Calo demografico: si stimano 8,8 milioni di italiani in meno al 2010

E una popolazione di 5,4 milioni di anziani non autosufficienti già ne 2050

Economia
Calo demografico: si stimano 8,8 milioni di italiani in meno al 2010
(Teleborsa) - Il calo demografico produrrà effetti pesanti sull'Italia: entro il 2100 la popolazione italiana si ridurrà di 8,8 milioni di individui, registrando il calo più consistente fra i Ventisette in termini assoluti, davanti ai polacchi, che perderanno 8,1 milioni di persone entro fine secolo. E' quanto emerge dalle statistiche Eurostat sulla popolazione, secondo cui la popolazione italiana scenderà dai 59 milioni del 2022 a 50,19 milioni, al netto del saldo negativo fra nascite (29,9 milioni) e morti (57,5 milioni) e del saldo positivo fra emigranti ed immigrati (18,7 milioni).

In termini percentuali, la riduzione registrata dall'Italia la colloca in una fascia intermedia fra il 10% ed il 20%, mentre la riduzione maggiore in UE si registrerà in Lituania (-36,7%) e Lettonia (-37,8%).

L'età media in Italia sarà anche la più elevata in UE (53 anni) e la colloca subito dopo i maltesi (53,3 anni).

A dispetto dell'arrivo degli immigrati nel Vecchio Continente, la popolazione complessiva in Europa si ridurrà del 6,1% (27,3 milioni di persone in meno), passando dai 446,7 milioni del 2022 ai 419,5 milioni nel 2100.

Proseguirà anche il processo di invecchiamento, tanto che gli ultra ottantenni arriveranno a pesare per il 15,3% sulla popolazione complessiva rispetto al 6,1% attuale, arrivando a 64 milioni dai 27,1 milioni di oggi. Gli over 65 cresceranno di due punti dal 15% al 17%, mentre la popolazione in età lavorativa scenderà dal 59% al 50%. Questo trend - ricorda Eurostat - avrà conseguenze negative sul piano previdenziale e sanitario.

Anche le proiezioni del governo sul trend demografico, formulate ai fini della riforma dei servizi per gli anziani, disegnano un quadro allarmante, ipotizzando una platea di 5,4 milioni di anziani non autosufficienti al 2050 e stimando che, fra soli sette anni al 2030, ve ne saranno 4,4 milioni rispetto ai meno di 4 milioni attuali. Stime che tengono ferma la percentuale di non autosufficienza, che in base all'ultimo Osservatorio Long term care del Cergas Sda Bocconi si attesta al 28,4%.

Da questi numeri si spiega perché la riforma dei servizi agli anziani ha anticipato ogni altra riforma dell'attuale governo, anche quella fiscale e pensionistica, e guiderà l'azione di questo governo nei prossimi anni, assieme agli incentivi alla natalità ed alle famiglie.

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