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Per meriti non conquistati e virtù disattese



Ognuno ha quel che si merita. E' un detto popolare che vale per tutto e quindi anche per i governanti che abbiamo mandato a sedere sugli scranni di Montecitorio. Ce li meritiamo tutti indistintamente e ce li teniamo sul groppone a suon di milioni di Euro.
Siamo in piena crisi, forse sul picco degli effetti negativi seguiti alla lettura dei numeri. La Germania vola, la Francia salpa levando le ancore, La Spagna, drenata la negatività bancaria, spiega le vele e l'Italia langue con un miserrimo 0,4% di PIL. Bene che finisca avremo un PIL, anno su anno, per il 2010 più basso dell'1%. E i governanti che fanno? Litigano, inscenando uno squallido teatrino infarcito di tutto tranne che di temi di politica economica.

I temi dominanti ferocemente dibattuti nel corso dell'estate sono intercettazioni telefoniche, processo breve, Fini-Berlusconi-Bossi, elezioni e Campiello soft-core. Tutto qui. Non c'è traccia di sedute notturne in Parlamento a discutere di previdenza, salari, riforme e federalismo, lavoro e produttività; tutti temi impacchettati e da discutere sine-die. I tedeschi gioiscono, i francesi applaudono, gli inglesi riflettono e gli italiani sono indifferenti, continuando a coltivare il proprio orticello e costretti a fregarsene di quello del vicino. La seconda manifattura del mondo, per meriti non conquistati e virtù disattese da partre della classe politica tutta, è costretta a guardare senza poter intervenire e rifarsi il trucco. E la bandiera libica sulla prima Banca italiana, e tra le prime in Europa, lo testimonia.
Gheddafi nel cuore di Roma che divora il "kuskusu" (che in arabo magrebino è il più noto couscous).

Fa bene Marchionne a muoversi in autonomia e portare avanti tra mille difficoltà un progetto teso a ricostruire un'immagine italica degna di questo nome, oltreché piantare una bandiera tricolore sulle cime più alte di Detroit, di cui beneficieranno sicuramente anche i suoi detrattori. Fanno bene quegli imprenditori che sganciandosi dall'enclave politica vanno per conto proprio, fanno bene i consessi universitari indipendenti a fare la voce grossa, così come fa bene Draghi a tenere viva l'attenzione sui temi scottanti dell'economia e il cui atteggiamento, inviso a Tremonti, potrebbe anche costargli definitivamente la candidatura ai vertici della BCE.

Purtroppo l'effetto tampone dell'ottimismo ad ogni costo, strombazzato negli ultimi due anni, è finito e adesso vedremo i "duri" che hanno giocato seriamente e quelli che verranno spazzati via. I latini dicevano... tabula rasa. Sarebbe meglio.

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