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Un Pastrocchio, aspettando il Collasso

Si traccheggia, ma la resa dei conti è solo rinviata

Alcuni dei Paesi fondatori della Comunità europea, Francia, Italia e Belgio, insieme al Lussemburgo, ritornano insieme, per necessità, come alle origini. Isolano la Germania, che ancora una volta rifiuta ogni solidarietà finanziaria.

D'altra parte, la adesione tedesca alla Comunità ebbe uno scopo molto prosaico, un interesse diretto: resistere meglio alla pressione del Comunismo sovietico. Solo per questo gli Usa misero nel cassetto il Piano Morgenthau, che doveva ridurre la Germania ad una nazione esclusivamente dedita alla silvicoltura.

E' una spaccatura vistosa, davvero inusuale, quella che si è creata in seno all'Unione: agli Stati servono tanti soldi, e subito. Le difficoltà che si stanno affrontando, se non ci sono gli strumenti e le risorse adeguate, potrebbero avere delle conseguenze devastanti.

Nessuno è pronto, per ora, ad affrontare un duplice shock. Sarebbe insostenibile, oggi, un collasso istituzionale e monetario, della Unione europea e dell'Eurozona, che si aggiungesse a quello in corso, economico, finanziario e sociale, che è determinato dalla epidemia del coronavirus.

Questa nuova crisi ha messo a nudo ancora una volta la frattura insanabile che regna all'interno dell'Unione: il Consiglio europeo del 23 marzo, cui hanno partecipato i Capi di Stato e di governo, si è concluso con un nulla di fatto. Per la definizione degli strumenti finanziari indispensabili per superare questa fase di emergenza si è chiesto alla Commissione di preparare una nuova proposta.

Per ora, la regola rimane la stessa di sempre: ognun per sé.

Chi ha bisogno di risorse faccia debiti, se ci riesce: al prezzo che il Mercato fisserà. Non è più la Unione europea che vincola gli Stati: su proposta della Commissione europea, è stata dichiarata la clausola di crisi generale che consente di non rispettare i vincoli del Fiscal Compact e di superare il limite del deficit al 3% del PIL.

Naturalmente, chi ha le finanze in disordine, come l'Italia, pagherà molto di più per ottenere i prestiti dal mercato. E' la ovvia punizione, dicono i Paesi del Nord, per non aver ridotto il debito negli scorsi anni.
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