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Oro Nero, Buco nero?

Nuovi Equilibri Globali, tra bolla petrolifera e recessione sanitaria

C'è una eccedenza strutturale nella offerta petrolifera mondiale, che viene esacerbata dalla recessione globale che è stata provocata dalla crisi sanitaria in corso.

Nello scorso decennio, dopo la crisi del 2008, c'è stata una corsa alla ricerca di nuovi giacimenti petroliferi ed alla messa in produzione di nuovi pozzi. Chiunque ne avesse la possibilità ha tracciato rotte per nuove pipeline energetiche, terrestri e sottomarine, sconvolgendo i rapporti di forza esistenti e creandone di nuovi.

Questo è avvenuto anche se la loro realizzazione e la coltivazione delle risorse aveva dei costi particolarmente elevati: la grande liquidità che ha inondato il mercato dei capitali e gli interessi assai modesti che sono stati richiesti ai prenditori, sono stati un acceleratore assai più determinante rispetto alla crescita prospettica della domanda.

Lo shale oil americano ha rappresentato il driver principale di questa tendenza insieme alle ricerche nell'Artico, condotte dalla Russia nonostante le immense avversità ambientali e climatiche. Per non parlare delle trivellazioni in acque profonde che sono state effettuate da parte delle imprese di Stato brasiliane.

Paradossalmente, tanto più i governi discutevano della necessità di decarbonizzare la produzione, di proseguire nella lotta al riscaldamento globale e di rallentare la dinamica delle emissioni di CO2, tanto più le imprese sono andate avanti nella ricerca di nuovi giacimenti energetici.
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