Si tratta di un
confronto durissimo, che coinvolge ancora una volta le strategie dei due partiti, Democratici e repubblicani, e naturalmente la Presidenza in carica.
Il fatto è che a gennaio scorso sono entrati in carica a Washington i nuovi rappresentanti eletti alle elezioni di mid-term, a metà del quadriennio della Presidenza di Joe Biden, con un rovesciamento di fronte alla
Camera dei Rappresentanti, ora a guida repubblicana, mentre il Senato è rimasto ancora appannaggio dei Democratici. Ed i Repubblicani, che in precedenza erano all'opposizione, vogliono rendere dura la vita ai Democratici ed alla Presidenza.
Per questo i Repubblicani si impuntano sul "tetto al debito": alla Camera dei Rappresentanti, dove ora sono in maggioranza, hanno già approvato un disegno di legge che da una parte alza il "tetto al debito" di 1.500 miliardi, ma che dall'altra pone tutta una serie di condizioni pluriennali sul versante delle spese federali, tagliando soprattutto i sussidi e le agevolazioni che erano state decise in precedenza dai Democratici, quando avevano la maggioranza alla Camera, e che riguardano uno dei punti centrali della loro strategia, la
transizione energetica.
In pratica, secondo i Repubblicani, lo sforamento del tetto debito deriva dalle spese per oltre 1.600 miliardi di dollari che sono state decise dalla maggioranza democratica sotto l'Amministrazione Biden, dal 2021 in avanti.
La
Presidenza Biden lancia a sua volta la sfida ai Repubblicani: mentre occorre alzare il "tetto" per evitare il blocco dell'attività federale, propone di tagliare il deficit di 3 mila miliardi in 10 anni aumentando le tasse.
Nel 2024, a novembre, in America si vota per la Presidenza, per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti e per il rinnovo di un terzo del Senato: la campagna elettorale è già in corso.
Sul debito americano, il confronto è solo politico Battaglia sul Tetto
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