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Iraq, l’Isil punta al petrolio per finanziare la guerra

Economia, Politica
Iraq, l’Isil punta al petrolio per finanziare la guerra
(Teleborsa) - I militanti estremisti dell’Isil, che combattono le forze governative in Iraq, avrebbero bisogno di più armi e munizioni per ritagliarsi il loro stato islamico. Mentre la violenza degli scontri si intensifica in prossimità della più grande raffineria petrolifera del nord, vicino Mosul, i combattenti dello "Stato Islamico in Iraq e il Levante" stanno cercando di allargarsi anche fuori dai confini iracheni, raggiungendo i campi petroliferi siriani, lungo il confine con l’Iraq, oltreché guardare le più grosse centrali elettriche del paese.

Con un ingente patrimonio e una buona fetta di territorio conquistato, il leader dell’Isil, Abu Bakr al-Baghdadi, ha un livello di risorse che al-Qaeda non è mai riuscito ad avere sotto Osama Bin Laden, che si basava principalmente sul sostegno delle nazioni che si affacciano sul Golfo Persico.

"L’Isil non si nasconde nelle grotte o nei deserti dell’Afghanistan", dice Paul Sullivan, uno specialista del Medio Oriente presso la Georgetown University di Washington, che aggiunge, "l’Isil sta conquistando gradualmente un settore vitale per il mondo, come quello del commercio di petrolio e di gas. Può consolidarsi economicamente nello stesso tempo in cui combatte e conquista altri territori".

Paul Sullivan conclude così la sua intervista, "Al-Qaeda ha combattuto e perso contro le forza occidentali, nelle stesse città controllate adesso dall’Isil, che è invece in grado, a differenza di al-Qaeda, di rendere vani gli sforzi dell’occidente di fermare il flusso di denaro, necessario ai terroristi, per rifornire il loro arsenale. E’ una guerra scoppiata per trovare il denaro necessario e il petrolio e il gas ne sono la chiave".
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