(Teleborsa) - E' partita ufficialmente ieri la
riforma delle Camere di commercio italiane che porterà al dimezzamento del loro numero,
dalle attuali 105 a non più di 50-60. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato infatti l'operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale.
Gli accorpamenti tendono a creare
realtà locali con un bacino pari ad almeno 80.000 imprese che coniuga sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Entro l’autunno tutte le Camere di commercio saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto.
Ecco le 12 regioni che hanno già compiuto il primo passo. L'
Abruzzo (che porterà a 2 le 4 Camere di commercio oggi esistenti, con l'accorpamento di Teramo e L'Aquila e di Pescara e Chieti), la
Basilicata (da 2 a 1), la
Calabria (da 5 a 3), la
Campania (da 5 a 4, con Avellino e Benevento destinate a unificarsi), l'
Emilia Romagna (da 9 a 4), il
Lazio (da 5 a 2, ovvero l'area metropolitana di Roma e le altre province insieme), la
Liguria (da 4 a 2, l'area metropolitana di Genova e l'accorpamento in una sola strutture delle rimanenti province), il
Molise (da 2 a 1), il
Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la Camera del Sud e la Camera del Nord Piemonte), la
Puglia (da 5 a 3 in virtù degli accorpamenti di Bari e Taranto e di Brindisi e Lecce), il
Veneto (da 7 a 5) e l'
Umbria (da 2 a 1).
La "geografia" camerale non muterà, invece, in
Trentino Alto Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in
Valle d'Aosta, dove esiste una sola Camera di commercio.
Analoghe riduzioni sono previste per quanto riguarda le altre 6 regioni, nelle quali il processo di accorpamento sarà formalizzato a breve, rispettando la richiesta di
Unioncamere di indicare fusioni fra Camere di commercio per giungere a nuovi enti che abbiano un bacino di imprese superiore alle 80mila unità. In
Lombardia, in particolare, Regione e Camere di commercio hanno costituito un Tavolo lombardo per affrontare i temi della riforma.
La riorganizzazione non si limiterà ad una riduzione del numero delle Camere di commercio: sostanzialmente questa operazione, una volta giunta a regime, consentirà al sistema camerale di realizzare importanti economie, almeno pari a quelle previste nel
decreto sulla P.A., approvato dal Governo, grazie anche all'adozione di costi standard ed alla razionalizzazione delle società del sistema.