(Teleborsa) -
Tornano a scendere i licenziamenti negli Stati Uniti, confermando i segnali di
miglioramento del mercato del lavoro americano.
Secondo il rapporto
Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno annunciato a febbraio un
taglio di 61.599 posti di lavoro,
dopo il picco riportato a gennaio, risultando in calo del 18% rispetto al mese precedente, ma in aumento del 22% rispetto all'anno prima.
Da inizio anno i datori di lavoro hanno annunciato complessivamente
136 mila e 700 licenziamenti, il 32% in più rispetto al 2015. Il settore energetico è quello che ha visto il più ampio taglio di posti di lavoro (+24% rispetto al 2015) a causa dei
disinvestimenti delle compagnie petrolifere.
Il CEO della società,
John A. Challenger, ha spiegato che
"i bassi prezzi del petrolio continuano a tenere al palo il lavoratori del settore energetico ed industriale" ed ha sottolineato che, a partire dallo scorso anno, "questi due settori hanno visto la perdita di 200 mila posti di lavoro".