(Teleborsa) - Il
PIL pro capite italiano crolla ai minimi degli ultimi dieci anni, attestandosi
in media a 25.256 euro, con una diminuzione del 10% rispetto al 2005. La crisi si è sentita ancora di più al Sud, dove il PIL pro capite è crollato dell'11,7%.
E' questa la fotografia scattata dal rapporto
Noi Italia pubblicato dall'
Istat, in cui si evidenzia che
le differenze a livello regionale sono esorbitanti, se si considera il valore massimo registrato al Nord-Ovest (poco meno di 31 mila euro) ed il valore minimo registrato nel Mezzogiorno (meno di 17 mila euro).
L'incidenza della
povertà, relativa e assoluta, è risultata
sostanzialmente stabile: la prima coinvolge circa un decimo delle famiglie residenti e quella assoluta il 5,7%.
Nel 2015 la quota di persone soddisfatte per la propria situazione economica è risultata in aumento (47,4%) per il secondo anno consecutivo.
Quanto al lavoro, nel 2015 risultano
occupate oltre 6 persone su 10, ma è forte lo squilibrio di genere ed il divario territoriale tra Centro-Nord e Mezzogiorno. Nella graduatoria europea relativa al 2014 solo Grecia, Croazia e Spagna presentano tassi di occupazione inferiori a quello italiano, mentre la Svezia registra il valore più elevato (74%).
Il
tasso di disoccupazione scende di 0,8 punti rispetto al 2014, riportandosi dopo due anni
sotto il 12%. Rimangono forti le differenze territoriali, con un tasso nel Mezzogiorno di poco inferiore al 20% e resta elevatissima la disoccupazione giovanile che nella fascia 15-24 si attesta al 40,3%, pur in calo di 2,4 punti rispetto a un anno prima.
Sono oltre 2,3 milioni i neet (pari al 25,7% del totale).