(Teleborsa) - Non solo la
Brexit condiziona i prezzi del petrolio. Le quotazioni di greggio restano, infatti, sotto i 50 dollari al barile, sulle aspettative di un
aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Il dato sarà pubblicato oggi pomeriggio.
Intanto
l'ultimo bollettino mensile dell'OPEC ha mostrato un calo della produzione, a maggio, nonostante il
nulla di fatto al vertice di giugno.
I 13 Paesi del cartello, hanno pompato 32,36 milioni di barili a maggio, con un calo di 100 mila barili rispetto al mese di aprile, soprattutto per le perdite di produzione registrate da Nigeria e Venezuela.
Dalla BCE l'allarme: i bassi prezzi di oro nero sono un
segnale di rallentamento dell'economia mondiale.
Più in generale, le vendite sulle quotazioni di greggio sono alimentate dal
nervosismo sui mercati generato dai timori di Brexit. A meno di dieci giorni dal fatidico voto sul "se" uscire dall'Unione Europea o meno, resta
grande incertezza sull'esito del referendum, con i
sondaggi sul filo del rasoio.
Il futures sul
Brent scambia a 50,21 dollari al barile in calo dell'1,20% mentre quello sul
WTI tratta a 48,25 dollari in flessione dell'1,29%.
Sul sentiment degli investitori prevale inoltre la cautela prima di
tre importanti appuntamenti, questa settimana: le
riunioni di politica monetaria della
Federal Reserve, della
Bank of England e della
Bank of Japan.