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Benefici fiscali, agevolare lavoratori qualificati per la crescita

Si impegna il Governo ad assumere iniziative per estendere di un anno la durata del beneficio fiscale contenuto nel decreto legislativo 147/2015

Economia, Politica
Benefici fiscali, agevolare lavoratori qualificati per la crescita
(Teleborsa) - Benefici fiscali a favore dei lavoratori europei e dei cervelli italiani in fuga "per garantire all’Italia una effettiva crescita in ambito scientifico, tecnico gestionale, progettuale, ma anche del settore assicurativo, bancario, economico e finanziario, nonché per attrarre investimenti internazionali". E' questo il contenuto di una risoluzione presentata alla VI Commissione Finanze della Camera dagli onorevoli Alberto Bombassei (Scelta Civica) e Alessandro Pagano (AP) per i quali "sembra necessario aggiornare la normativa in vigore, aumentando in termini di durata e quantità i benefici fiscali per i cervelli che vogliono entrare nel nostro Paese, non limitando il beneficio ai soli cittadini italiani o europei, ma potenziandone l’estensione anche a coloro che sono di altre nazioni, sempre dotati di alta qualificazione".

Nella risoluzione si impegna il Governo ad assumere iniziative per estendere di un anno la durata del beneficio fiscale contenuto nel decreto legislativo 147/2015 – emanato in attuazione della delega per la riforma del sistema fiscale - prevedendo una detassazione decrescente nel tempo e ampliando l’ambito soggettivo di applicazione della norma anche ai lavoratori di nazionalità non europea. Si punta poi ad assumere iniziative per introdurre disposizioni di favore specificamente dedicate al settore bancario, finanziario, economico e assicurativo, ampliando ulteriormente la durata o la consistenza del beneficio fiscale, e a chiarire che la detassazione opera anche riguardo al reddito prodotto eventualmente all’estero che, comunque, non deve rappresentare l’attività prevalente e non esclusiva rispetto al reddito di lavoro prodotto in Italia. Iniziative inoltre per estendere il beneficio fiscale anche all’IRAP, chiarendo che gli emolumenti percepiti non concorrono alla formazione del valore della produzione netta, e conferire maggiore certezza al requisito della prevalenza dell’attività lavorativa in Italia.
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