(Teleborsa) -
Anche Mediaset usa il pugno duro con Vivendi e, replicando alla
presa di posizione dei francesi, preannuncia che
la vicenda Premium sarà risolta in tribunale, "dove emergeranno chiaramente i ruoli che oggi si vogliono confondere".
La compagnia di Cologno Monzese ha poi tenuto a chiarire che
la sua richiesta di sequestro preventivo di azioni Vivendi, lungi dall'essere un’iniziativa intimidatoria, era finalizzata a
tutelare gli interessi di Mediaset e dei suoi azionisti.
Dalla lettera ufficiale Vivendi di dietrofront su Premium, asserisce Mediaset,
"non ci sono stati più contatti tra le due società". Non risponde quindi al vero quanto affermato dal colosso guidato da Vincent Bollorè che “negli ultimi mesi sono stati incessanti i tentativi di cercare soluzioni alternative” tra le parti. "Non solo non c’è stato alcun approccio costruttivo - afferma una nota - ma è cessato da parte di Vivendi qualsiasi approccio".
"Inoltre, i reiterati riferimenti contenuti anche in quest’ultimo comunicato pubblico a “business plan irrealistici” - che ricordiamo nulla hanno a che fare con l’analisi dei risultati di Premium ovviamente avvenuta prima della firma - costituiscono
ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata. E provocano ulteriori
danni non solo di
reputazione turbando il corso del relativo
titolo".
Una affermazione quest'utima che trova rispondenza nelle quotazioni di Borsa, poiché
le azioni Mediaset sono le peggiori oggi nel paniere FTSE MIB con un calo del 4,5%. Il titolo ha perso oltre il 7% in quest'ultimo mese, mentre la performance a tre mesi, più o meno dal benservito di Vivendi, evidenzia un -20% circa, che quasi raddoppia la perdita accumulata da inizio anno.