(Teleborsa) -
Il maggior ottimismo dei consumatori non si traduce in un aumento die consumi. E' questa la sintesi del giudizio di
Confesercenti sul quadro disegnato dall'Istat con i
dati mensili sulla fiducia dei consumatori e dlele imprese.
"I consumatori iniziano a respirare aria di ripresa, ma le imprese del commercio tradizionale continuano ad essere in debito di ossigeno", sottolinea l'associazione che rappresenta i dettaglianti, aggiungendo che "emerge per l'ennesima volta un quadro contradditorio". Infatti, mentre il clima di
fiducia dei consumatori aumenta notevolmente, spinto dal miglioramento del giudizio e delle attese sulla situazione economica italiana,
quello dei negozi tradizionali scende di 3 punti da 105,4 a 102,4.
"Un andamento contrastante che segnala come il rafforzamento della ripresa, sebbene percepito dalle famiglie, non si sia ancora trasformato in un netto rafforzamento dei consumi e non abbia portato a un beneficio dei negozi, che scontano ancora una domanda interna troppo debole", afferma Confesercenti.
Diverso il caso dlela
grande distribuzione, il cui miglioramento del sentiment si fonda più sulle attese future che sulla situazione presente. Emergono poi problematiche sotoriche come quella del
trasferimento delle quote di mercato dai piccoli alla Grande distribuzione organizzata, dovuto alla liberalizzazione.
Incide, chiaramente, anche l’evoluzione tecnologica, come dimostra l’aumento di negozi web e di imprese che si occupano di distribuzione commerciale tramite vending machine. "Un cambiamento dovuto alle modificate abitudini, ai diversi stili di vita, ma anche al fatto che la piccola impresa ha subìto e pagato, con l’impossibilità di automantenersi, le politiche di liberalizzazione e la mancanza di una vera politica di sostegno", sottolinea l'associazione, chiamando in causa anche l'estensione dle Piano Industria 4.0.