(Teleborsa) -
Fiat Chrysler non può presentare il proprio appello contro la class action per la quale è sotto accusa, così ha stabilito la Corte Suprema statunitense respingendone la richiesta. L'azione legale collettiva è stata avviata nei confronti del colosso delle autovetture in quanto
le sue Jeep e altre vetture sarebbero vulnerabili agli attacchi hacker.
Azione legale nata sulla scia del caso che esplose con la pubblicazione di un articolo firmato Wired, in cui si mostrava come due esperti di sicurezza informatica fossero stati in grado di entrare nel sistema di una Jeep Cherokee del 2014, guidandola a distanza con un computer portatile, e questa rivolta contro
FCA sarebbe una delle prime cause legali sui rischi di attacchi hacker ai veicoli.
In realtà,
l’episodio non fu un vero hackeraggio poiché la Fiat Chrysler era a conoscenza dell’esperimento ma il risultato fece emergere
l'importanza di proteggere le vetture anche dal punto di vista informatico. All'epoca FCA richiamò circa 1,4 milioni di vetture ma adesso si difenderà sostenendo che nessuna delle oltre 200.000 persone che hanno aderito alla class action ha subito l'hackeraggio della propria vettura.
La decisione dei giudici dà il
via libera all'inizio processo, previsto a marzo.