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Eurozona, manifattura giù a marzo ai minimi da 6 anni

I venti di recessione soffiano sull'Ue che sconta numerosi rischi e incertezze: dazi, Brexit, incertezza politica e rallentamento economia globale. PMI manifatturiero marzo scende a 47,5 punti al di sotto delle attese

Economia, Macroeconomia
Eurozona, manifattura giù a marzo ai minimi da 6 anni
(Teleborsa) - Nuova frenata per l'industria Europea, che a marzo si porta ai minimi dai sei anni a questa parte, confermandosi in recessione. E' quanto emerge dagli ultimi dati del PMI manifatturiero, pubblicato da Markit, che ha anche deluso le attese.

Il PMI manifatturiero a marzo è sceso più dle previsto a 47,5 punti dai 47,6 punti della stima preliminare, risultando al di sotto delle attese che stimavano la conferma del dato iniziale (47,6). Si tratta anche del livello più basso da aprile 2013 e si confronta con un livello di 49,3 punti segnati a febbraio.

Il peggioramento discende da un forte peggioramento della situazione in Germania (PMI sceso a 44,1 da 44,7) ed in Italia (a 47,4 da 47,7), mentre l'indebolimento è più lieve in Francia (a 49,7 da 49,8). In controtendenza la Spagna (PMI vola a 50,9 da 49,9 punti) che si porta in zona espansione.

La debolezza nell'ambito dell'UE ha caratterizzato principalmente nei sotto settori di beni intermedi e di investimento. In entrambi i casi è stato riportato un peggioramento notevole delle condizioni operative, in netto contrasto con quanto registrato nel sotto settore dei beni di consumo, dove, anche se modesta, è stata riportata una crescita.

Secondo Markit, politiche di tagli di costi sono risultate più evidenti in quanto le aziende hanno avuto una maggiore avversione al rischio, in particolare per quanto riguarda le assunzioni. Tagli occupazionali sono stati riportati in Germania e Italia, dove si contano più danni a causa della contrazione della domanda. Ad ogni modo, il settore manifatturiero francese è ritornato a riportare un declino, quello austriaco risulta in stallo, la Spagna è vicina alla stagnazione e nei Paesi Bassi la crescita ha considerevolmente perso vigore.

"La rilevazione di marzo - sottolinea il capo economista di Markit Chris Williamson - è indicativa di un crollo della produzione ad un tasso trimestrale di circa l’1%, suggerendo che la ripresa di gennaio sia stata causata da fattori eccezionali di fine anno e ha avuto vita breve".

"Se osserviamo gli indici anticipatori delle tendenze c’è stato un intensificarsi di rischi, con chiari segnali di un ulteriore peggioramento durante il secondo trimestre, ha spiegato Williamson, sottolineando che "le ragioni largamente citate come causa della diminuzione dell’attività commerciale e dell’ottimismo sono state le preoccupazioni circa la guerra commerciale, le tariffe, l’incertezza politica, la Brexit e, forse la più importante, il peggioramento delle previsioni dell’economia sia nazionale che estera".


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