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Cgia: "No ai minibot, sono cambiali non coperte"

Per l'associazione si tratta di un "surrogato inaccettabile. Le aziende pagano lo Stato con soldi alla mano"

Economia
Cgia: "No ai minibot, sono cambiali non coperte"
(Teleborsa) - Secco no della CGIA all'ipotesi dei minibot da usare per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione. Il tema sta dividendo il governo, con il ministro dell'Economia Giovanni Tria che ha bocciato la proposta, e i leader di Lega e M5S che continuano a sostenerla.

"Stiamo scherzando? Pagare un fornitore di un ente pubblico con un minibot, sarebbe come saldare un creditore con una cambiale che potrebbe non essere addirittura coperta - ha dichiarato il coordinatore dell'Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - Insomma, una modalità di pagamento surreale del tutto irricevibile".

L'associazione di artigiani e piccole imprese negli ultimi mesi ha intensificato la sua battaglia affinché tutta la PA paghi i propri fornitori secondo le disposizioni previste dalla legge (entro 30 massimo 60 giorni dall’emissione della fattura). "Le aziende creditrici dello Stato pagano i dipendenti, i fornitori, le materie prime con soldi alla mano – conclude Zabeo - non capiamo perché lo Stato, invece, dovrebbe onorare i suo impegni commerciali con un surrogato inaccettabile".

Da qui la proposta della CGIA di multare le amministrazioni pubbliche che non rispettano i tempi di legge per pagare fornitori e creditori.

"Ancorché la nostra PA sia tra i peggiori pagatori d'Europa – segnala il Segretario Renato Mason - molti si erano convinti che i tempi di pagamento si sarebbero drasticamente ridotti grazie all'introduzione, partita gradualmente dal luglio del 2017, dell'obbligo da parte di tutti gli enti pubblici di trasmettere le informazioni relative ai singoli pagamenti attraverso il sistema Siope".

"Questa modalità doveva consentire a regime la quantificazione dell’ammontare delle passività commerciali e il monitoraggio continuo dei tempi di pagamento delle amministrazioni debitrici. Purtroppo tutto ciò non è ancora avvenuto per l'avversione di moltissimi enti a rispettare le disposizioni di legge, con il risultato che lo stock del debito è ancora spaventosamente elevato".

Secondo la stima riportata nella "Relazione annuale 2018", presentata la settimana scorsa dal Governatore della Banca d'Italia, l'ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pubblica Amministrazione sarebbe pari a 53 miliardi di euro, in calo rispetto al 2017, di 4 miliardi.
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