(Teleborsa) -
I dati sul PIL confermano un Paese ancora spaccato in due. L’
ISTAT fotografa in maniera netta il
divario di crescita: corre il Nord-est e frena il Sud.
Il PIL risulta infatti superiore alla media nazionale nel
Nord-est (+1,4%) e con una performance modesta nel
Mezzogiorno (+0,4%).
L’
occupazione segna un incremento dello 0,9% nel Nord-est, mentre al Sud l’espansione è più contenuta (+0,7%) ma con un marcato aumento nel settore dei servizi finanziari, immobiliari e professionali. Ma quali sono gli
elementi principali della crescita del valore aggiunto del Nord-est?Principalmente
l’agricoltura e l’industria, insieme alle costruzioni, telecomunicazioni e servizi finanziari immobiliari. Al centro l’agricoltura mostra le
performance migliori (+4,7%), ma variazioni positive si registrano anche nell
'industria (+2,9%) e nelle
costruzioni (+2,7%). Il valore aggiunto presenta lievi variazioni negative nei servizi finanziari, immobiliari e professionali (-0,1%) e negli altri servizi (-0,2%).
Al Sud, le costruzioni mostrano una
crescita marcata (+4,1%), mentre dinamiche più modeste caratterizzano
l'industria (+0,4%),
il commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+0,6%) e i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+0,7%). Al contrario delle altre ripartizioni, il valore aggiunto dell'agricoltura subisce una contrazione (-2,7%), a causa della crisi delle coltivazioni olivicole.
Per quel che concerne gli andamenti settoriali dell'occupazione, nel Nord-ovest i settori più dinamici sono i
servizi finanziari, immobiliari e professionali (+3%) e l'industria (+1,2%). Tali settori hanno mostrato buone performance anche nel
Nord-est (rispettivamente +2% e +2,3%). Nel Centro, i settori in cui l'aumento dell'occupazione è stato maggiore sono
l'industria (+1,7%), le
costruzioni (+1,1%) e
l'agricoltura (+1%). Nel Mezzogiorno segnano incrementi di rilievo
i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+3%), l'agricoltura (+2,5%) e le costruzioni (+2,3%).