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Corpi intermedi, cosa pensano gli italiani?

Al CNEL presentati i risultati di un’indagine condotta da Ipsos per Fondazione Astrid e Fondazione per la Sussidiarietà

Economia
Corpi intermedi, cosa pensano gli italiani?
(Teleborsa) - Il 70% degli italiani considera il ruolo dei corpi intermedi importante per uscire dall’emergenza sanitaria e nella fase di ripartenza del Paese.

La fiducia maggiore è riposta nelle associazioni di volontariato (72%) seguite dalle associazioni di tutela dei consumatori (61%) e nelle fondazioni culturali (58%). Al quarto posto, a sorpresa, si collocano le amministrazioni pubbliche locali (49%) che escono rafforzate dall’emergenza sanitaria. Secondo la maggioranza (54,8%) la pluralità nel mondo associativo è un elemento positivo a livello di rappresentatività.

Questi i dati che emergono dalla prima indagine sui corpi intermedi realizzata da Ipsos e promossa dalla Fondazione Astrid e dalla Fondazione per la Sussidiarietà, per fornire materiali conoscitivi inediti in vista dello studio su "Ricerca su ruolo, problemi e compiti dei corpi intermedi nella società e nella democrazia italiana", che sarà pubblicata nei primi mesi del 2021, presentata oggi al CNEL da Nando Pagnoncelli e Andrea Scavo e commentata da Tiziano Treu, presidente CNEL; Giuditta Alessandrini, professore ordinario Università RomaTre e Fondazione Astrid; Franco Bassanini, presidente Fondazione Astrid; Lorenza Violini, costituzionalista, dipartimento PA Fondazione per la Sussidiarietà; Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà.

I corpi intermedi hanno "la funzione fondamentale di collegamento tra le istituzioni e la cittadinanza nella rappresentanza di interessi altrimenti inascoltati", e sono chiamati a "contribuire alla crescita e al benessere sociale dell’intero Paese" (41%) e a "Supplire alle carenze delle politiche pubbliche e dei servizi pubblici" (34,2%).

Terzo settore ritenuto ormai indispensabile al buon funzionamento dello Stato sociale e dei servizi ad esso correlati. Posizioni diverse, invece, sul Sindacato: per alcuni è tuttora decisivo, per altri troppo indebolito nel corso del tempo.

Ordini professionali, Camere di commercio, organismi dell’autonomia scolastica sono poco noti al di fuori di chi ha con essi contatti diretti per lavoro. Più di un terzo degli italiani si dichiara "socialmente attivo" (34,5%) iscritto, cioè, ad almeno un corpo intermedio tra associazioni, sindacati (le voci più frequenti), ordini professionali, movimenti, partiti o associazioni imprenditoriali. La sussidiarietà è un concetto poco noto alla maggioranza degli italiani.

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