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INPS, calano certificati ma aumentano giorni di malattia

Nel terzo trimestre i certificati sono calati del 16,9% nel settore pubblico e del 10% nel settore privato

Economia, Salute e benessere
INPS, calano certificati ma aumentano giorni di malattia
(Teleborsa) - Ci si rivolge di meno al proprio medico e solo per le malattie più gravi. È il trend che emerge dai dati dell'Osservatorio Polo unico di tutela della malattia dell'INPS, il quale certifica che nel terzo trimestre in Italia diminuiscono i certificati medici, ma aumentano i giorni di malattia.

Nel terzo trimestre 2020 sono arrivati infatti all’Inps 3.501.481 certificati di malattia, di cui l’81,5% dal settore privato. Nello stesso periodo del 2019 i certificati erano stati 3.948.078 e la componente privata pari all’80,3%. La riduzione complessiva del terzo trimestre, dovuta sostanzialmente agli effetti di un ricorso generalizzato al lavoro in modalità agile a causa dell’epidemia di coronavirus, è pari al -16,9% per il settore pubblico e al -10% per il settore privato, con riduzione pressoché equivalente (-8,9%) in entrambi i settori nelle regioni del Nord, mentre si registra una differenza più marcata per le regioni del Centro (-22,6% per il pubblico e -13,9% per il privato) e del Sud (-21,3% il pubblico e -9,1% il privato).

Ad una diminuzione del numero di certificati è associato un aumento dei giorni di malattia, in particolare nel settore privato (+2,4%). Il numero delle giornate medie di malattia per certificato passa da 5,9 a 6,7 per il settore privato e da 6,0 a 7,3 per il pubblico, un andamento che induce a pensare, scrive l'INPS, che i lavoratori "si rivolgono al proprio medico soprattutto per patologie che richiedono più giorni di malattia evitando di farlo per malattie meno gravi".

L'emergenza sanitaria ha fermato completamente l'attività ispettiva dal 9 marzo al 10 agosto. Nel terzo trimestre 2020 sono state effettuate 92.448 visite mediche di controllo, il -59,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rispetto all'anno scorso, il tasso di riduzione della prognosi (ovvero il numero di visite con riduzione della prognosi rispetto al numero delle visite effettuate) risulta in aumento sia nel settore privato che in quello pubblico, così come il numero medio dei giorni di riduzione prognosi.
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