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Istat, scende fiducia consumatori. UNC: dati disastrosi

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: "Impressionante il dato relativo alle attese sulla situazione economica dell'Italia"

Economia, Macroeconomia
Istat, scende fiducia consumatori. UNC: dati disastrosi
(Teleborsa) - Il peggioramento dell’emergenza sanitaria ha influenzato la fiducia sia delle imprese (l'indice cade da 92,2 punti a 82,8) sia dei consumatori (da 101,7 a 98,1). Con riferimento alle imprese, l’impatto negativo è ampio per il settore dei servizi, dove si registrano giudizi estremamente negativi e una caduta delle aspettative, soprattutto nel comparto turistico. Per l’industria e il commercio al dettaglio l’effetto è più contenuto.

E' quanto rileva l'Istat che sottolinea come per quanto attiene ai consumatori, la situazione emergenziale abbia influito sulle opinioni relative alla situazione economica del Paese, ivi compresa la disoccupazione, che sono in deciso peggioramento rispetto al mese scorso.

Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in calo anche se con intensità differenziate. Il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni maggiori, passando, rispettivamente, da 87,2 a 79,3 e da 104 a 98,8. Il clima personale scende da 106,4 a 104,7 e quello corrente diminuisce da 99,9 a 97,4.

Guardando alle imprese, il peggioramento della fiducia è diffuso a tutti i settori: l’industria e il commercio al dettaglio registrano cali più contenuti mentre si evidenzia un crollo dell’indice relativo ai servizi di mercato. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice scende da 94,7 a 90,2 e nelle costruzioni cala da 142,5 a 136,8. Nel commercio al dettaglio l’indice diminuisce da 98,9 a 95,2 mentre nei servizi di mercato cade da 87,5 a 74,7.

"Dati disastrosi, anche se scontati, visto che l'Italia con il Dpcm del 3 novembre è tornata in lockdown - afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. Senza fiducia non si fa da nessuna parte. Se si ha paura del futuro, infatti, non si investe e non si spende anche se si hanno i soldi. Bisogna che si esca al più presto dalla pandemia e che il vaccino diventi una speranza concreta, altrimenti il Paese non potrà risollevarsi e i dati sul clima della fiducia si tradurranno in un crollo reale dei consumi"

"Impressionante il dato relativo alle attese sulla situazione economica dell'Italia, che precipita da -26,8 di ottobre a -46,2 di novembre, con una caduta di quasi 20 punti, 19,4 punti. Anche l'opportunità all'acquisto di beni durevoli passa da -53,2 a -72,3, con una salto di 19,1 punti - continua Dona -. Rispetto al clima di fiducia pre-Covid siamo in un'altra era geologica. A gennaio era pari a 111,2, cioè ben 13,1 punti percentuali in più rispetto ad ora".
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