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Banda ultrarga, Colao: "Ritardo è inaccettabile". Semplificare posa reti

Il ministro ha parlato in audizione sul Recovery plan presso le commissioni del Senato

Economia, Politica, Telecomunicazioni
Banda ultrarga, Colao: "Ritardo è inaccettabile". Semplificare posa reti
(Teleborsa) - Il ministro dell'Innovazione e della Transizione digitale, Vittorio Colao, punta a connettere tutta Italia in banda ultralarga entro il 2026, quattro anni prima rispetto all'obiettivo che si è fissata l’Unione europea. "I ritardi" sono "inaccettabili", ha detto in audizione sul Recovery plan presso le commissioni congiunte Trasporti della Camera e Bilancio, Lavori pubblici e Politiche UE del Senato. Per raggiungere questo obiettivo sarà fondamentale usare bene i fondi europei in arrivo.

Il Next Generation EU prevede che "almeno il 20% sia destinato alla trasformazione digitale, circa 40 miliardi, ma la cifra sarà considerevolmente superiore se si includono gli interventi parzialmente digitali come progetti in sanità, formazione o mobilità - ha spiegato Colao - Sarà una cifra considerevole che impone riflessione su quali siano gli obiettivi e modo di procedere". Il ministro ha posto l'attenzione sulla necessità di accelerare sulla posa della fibra in tutto il Paese.

La necessità di accelerare

"È noto che abbiamo un serio problema sul territorio di copertura con le reti a banda ultrarga. Ad oggi la copertura in FTTH raggiunge poco meno del 34% delle famiglie italiane. Il problema non riguarda solo l'infrastrutturazione ma anche l'adozione dei servizi di accesso ad internet", ha detto Colao. "Nel 2020 risultano esserci 10 milioni di famiglie italiane, 39% del totale che non hanno attivato offerte di accesso a Internet su rete fissa e inoltre 5,5 milioni di famiglie, il 21% del totale che usufruiscono di servizi su rete fissa con velocità inferiore ai 30 megabit al secondo. Quindi sono 16 milioni le famiglie che o non usufruiscono di servizi di rete fissa o non hanno una connessione fissa a banda ultralarga. È inaccettabile, la rete è essenziale".

"Mi preme sottolineare l'esigenza che si arrivi nel più breve tempo possibile a una soluzione che garantisca una rapida ripresa dell'attività di cablatura e, o, di copertura radio delle zone interessate", ha detto Colao in riferimento al tema della rete unica. "Non possiamo permetterci di stare in una situazione di attesa che rischia di condizionare i piani e i tempi di copertura delle rete a banda ultralarga finanziata con le risorse del PNRR". "Le tecnologie radio devono e possono essere utilizzate dove la fibra non riesce ad arrivare così come dobbiamo favorire un rapido investimento e sviluppo delle reti 5G", ha aggiunto.


La semplificazione della posa della fibra

Il governo punta a semplificare ulteriormente le procedure per la posa della fibra per accelerare la cablatura. "Le misure di finanziamento delle reti e di stimolo all'infrastrutturazione - ha detto Colao - devono essere accompagnate anche da misure che rendano più rapida e agevole la posa delle infrastrutture, da adeguate garanzie di investimento e di tempi certi per lo Stato".

"Stiamo quindi considerando ulteriori misure di semplificazione e revisione del quadro regolatorio per accelerare le procedure e migliorare tempi e modalità realizzative per le infrastrutture di rete, fisse e mobili - ha spiegato - Tra le varie misure allo studio, stiamo valutando l'introduzione di una norma che preveda che i soggetti che intendano realizzare investimenti privati in aree specifiche possano farlo attraverso un formale impegno da sottoscrivere con lo Stato. Questo faciliterebbe una più accurata e certa pianificazione degli investimenti pubblici in aree a fallimento di mercato”.

Digital divide e Servizio civile digitale

"L'Italia è uno dei paesi in Europa con il maggior digital divide: solo il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, contro il 58% in Europa. Il 17% degli italiani nella stessa fascia di età non ha mai usato internet, contro il 9% in Europa, quasi il doppio", ha affermato Colao, spiegando che il governo è al lavoro per colmare questo gap.

Da un lato, "vogliamo rafforzare il Servizio civile digitale, attraverso il reclutamento di alcune migliaia di giovani che aiutino circa un milione di utenti ad acquisire competenze digitali, in particolare tra i segmenti di popolazione più bisognosi". Dall'altro "vogliamo rafforzare i servizi di facilitazione digitale. Qui si vuole dare maggior sostegno a quelle esperienze regionali di successo provenienti dal Terzo Settore che operano già in tal senso, aiutandole ad espandere il loro bacino di utenza".
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