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PMI, Afme: "Necessari strumenti di ricapitalizzazione ibridi per finanziare ripresa"

Pubblicato il nuovo report sulla ricapitalizzazione delle imprese in Europa per colmare la carenza di capitali stimata tra i 450-600 miliardi di euro

Economia, PMI
PMI, Afme: "Necessari strumenti di ricapitalizzazione ibridi per finanziare ripresa"
(Teleborsa) - Guidare il governo italiano, le autorità europee e gli altri Stati membri dell'Ue all'introduzione di un nuovo strumento di ricapitalizzazione ibrido rivolto alle PMI nella fase post-Covid.Con questo obiettivo l'Associazione per i mercati finanziari in Europa (Afme), con il supporto di PwC e Linklaters, ha diffuso oggi il report, "Presentazione di un nuovo strumento di ricapitalizzazione ibrido per le piccole imprese dell'UE".

Il rapporto segue un precedente report di gennaio, che aveva esaminato le esigenze di ricapitalizzazione delle piccole imprese dell'Ue e aveva determinato come quest'ultime, per le loro dimensioni, non avessero accesso ai mercati azionari, ibridi e del debito pubblico come le imprese di maggiore dimensione. Pertanto, in seguito alla pandemia, – rileva Afme – "uno strumento azionario ibrido potrebbe consentire a un maggior numero di PMI di accedere a finanziamenti di tipo azionario senza cambiare il controllo dell'azienda, che rappresenta uno dei principali timori". Queste aziende – spiega l'Associazione – sono disposte a pagare un sovrapprezzo per non diluire i propri diritti di voto, e al contempo disponibili a distribuire una quota di utili agli investitori. E in tale scenario – evidenzia il report – "gli strumenti ibridi di debito subordinato si prestano perfettamente per soddisfare queste necessità. In particolare, potrebbe essere sotto forma di un nuovo strumento di azioni privilegiate, conforme alle norme sugli aiuti di Stato, per costruire scalabilità e liquidità. Lo strumento ideale potrebbe avere accesso al sostegno finanziario a livello dell'UE tramite uno strumento come il 'fondo di garanzia paneuropeo' (EGF) del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), oggi sotto finanziato, che mira a sostenere le PMI e le imprese a media capitalizzazione fiaccate dal Covid-19".

Sarà necessaria – si legge nel documento – una forma di supporto pubblico attraverso un pool di strumenti tra emittenti e settori industriali da rendere 'attraente' come investimento per attirare un interesse sufficiente da parte degli investitori a un rendimento/prezzo che sia consono alle aspettative delle imprese emittenti. La forma di sostegno pubblico potrebbe essere quella di una garanzia finanziaria, oppure, in alternativa, un investimento subordinato liquido all'interno del fondo comune. Tuttavia, per Afme, tale soluzione ibrida deve essere adattata ai criteri contabili nazionali, al quadro giuridico e fiscale e di insolvenza nei singoli Stati membri dell'Ue, per ottemperare agli elementi chiave necessari per creare uno strumento che soddisfi le esigenze sia degli investitori, sia delle società emittenti. Le cornici nazionali esistenti in Italia, Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono esempi ai quali gli altri Stati membri possono fare riferimento nello sviluppo di quadri regolamentari nei propri Paesi e preferibilmente a livello dell'Ue.


"Con il graduale miglioramento delle condizioni economiche, è fondamentale che le società più piccole non quotate e le midcap in Italia e in altri paesi dell'Unione Europea, dotate del potenziale per guidare la crescita economica, – afferma Adam Farkas, chief executive di Afme – abbiano accesso ad ampio nuovo capitale da investire nell'innovazione e nella loro crescita futura. Per affrontare questa sfida saranno necessari tipi e fonti di finanziamento alternativi. Mentre alcuni Stati membri dell'Ue, tra i quali Francia, Spagna e Paesi Bassi, hanno recentemente lanciato piani e strumenti nazionali a sostegno della ricapitalizzazione delle imprese, Afme continua a vedere un valore significativo nello sviluppo di un quadro di strumenti di ricapitalizzazione a livello dell'Unione Europea che potrebbe essere implementato in Italia in particolare e in altri Stati membri dell'Ue".

"Le imprese europee – dichiara Marcello Bianchi, vicedirettore generale di Assonime – avrebbero bisogno, soprattutto in questa fase economica, di un mercato dei capitali veramente integrato e di un sistema di regole e vigilanza più aperto e flessibile nei confronti delle nuove forme di accesso al mercato e di raccolta di capitale di rischio. Lo studio dell'Afme offre un contributo importante in questa direzione, suggerendo un percorso ambizioso ma realistico per lo sviluppo di un mercato europeo di strumenti standardizzati di quasi-equity, che potrebbe essere di particolare interesse per le imprese italiane che hanno difficoltà di accesso al mercato dei capitali".

"Le proposte di Afme vanno nella direzione giusta – commenta Paolo Garonna, segretario generale Febaf –. Dopo l'urgenza di ricapitalizzare le imprese colpite dalla pandemia, è ora il momento di realizzare strumenti finanziari di capitalizzazione di medio-lungo termine. Come FeBAF, insieme alle nostre associate, stiamo lavorando proprio su questi strumenti per consentire alle nostre imprese di interpretare la transizione digitale e verde come opportunità di crescita".

Nel dettaglio il report presenta una panoramica degli aspetti chiave degli strumenti ibridi per la contabilità patrimoniale, il trattamento fiscale e il trattamento in caso di insolvenza; una sintesi delle considerazioni sugli aiuti di Stato che saranno probabilmente presi in considerazione nel valutare l'introduzione di tali strumenti ibridi contabilizzati alla stregua degli strumenti rappresentativi di capitale ai fini della conformità con i requisiti Ue sugli aiuti di Stato; un esempio generico di term sheet che delinea le caratteristiche dello strumento proposto, utilizzabile come riferimento per la discussione con funzionari pubblici, investitori ed emittenti corporate midcap/PMI.







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