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Banca Ifis, utile balza a 35 milioni di euro nel 1° trimestre 2022

Banche, Finanza
Banca Ifis, utile balza a 35 milioni di euro nel 1° trimestre 2022
(Teleborsa) - Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, ha chiuso il primo trimestre del 2022 con un utile netto della capogruppo pari a 34,9 milioni di euro, in crescita del 73,7% rispetto ai 20,1 milioni di euro del primo trimestre 2021, nonostante il significativo calo della PPA a 4 milioni di euro rispetto ai 12 milioni di euro del 31 marzo 2021. Il margine di intermediazione è in crescita del 18,6% a 163,3 milioni di euro (137,7 milioni di euro al 31 marzo 2021) e beneficia di maggiori ricavi nel Settore NPL, pari a 69,8 milioni di euro (+11,5 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2021) e nel Settore Commercial & Corporate Banking, pari a 73,8 milioni di euro (+8,6 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2021). Il CET1 è in crescita al 15,72% (15,44% al 31 dicembre 2021) e tra i migliori del mercato.

La banca ha evidenziato che il termine delle moratorie ha confermato la qualità del portafoglio crediti: solo il 3% dei crediti che erano in moratoria presenta tre rate in scaduto e, di questi, i due terzi sono garantiti da garanzia statale per l'80%. L'impatto della pandemia legata al Covid-19 sul costo del rischio risulta, quindi, trascurabile.

"La banca ha mantenuto un approccio conservativo nella valutazione del rischio di credito - ha commentato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis - Nel primo trimestre gli accantonamenti per rischi su crediti sono stati pari a 17 milioni di euro e includono rettifiche di 8 milioni di euro a fronte di posizioni del portafoglio commerciale con vintage elevata. Le rilevanti riserve accantonate per il Covid nel corso dei precedenti esercizi sono state conservativamente mantenute".

"Per quanto riguarda il contesto geopolitico in Russia, Bielorussia e Ucraina, la banca non ha un'esposizione materiale verso i tre mercati e sta attuando un attento monitoraggio degli impatti sulla clientela, sia diretti - derivanti dal calo dell’attività di import/export - sia indiretti - derivanti dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime", ha aggiunto l'AD.

"Sulla base di un sondaggio condotto su 560 imprese che operano nei settori più impattati – siderurgia, energia, frumento, lusso, auto, ceramica e cartiere – Banca Ifis ritiene la propria posizione di rischio generalmente gestibile nell'ambito degli ordinari rapporti commerciali - ha spiegato Geertman - L'esposizione della banca verso clienti con un elevato impatto diretto è modesta, mentre i clienti che dichiarano impatti indiretti elevati, circa il 40%, hanno prevalentemente una buona solidità economica e finanziaria e rappresentano, quindi, un limitato rischio di credito".
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