(Teleborsa) -
I linguaggi del digitale diventano vera e propria materia prima per nuovi progetti artistici che
indagano, interrogano e sperimentano le nuovissime frontiere, rendendo materiale l’immateriale e dando vita a nuove visioni:
Matteo Basilé, tra i più quotati innovatori dell’arte contemporanea dalla metà degli anni Novanta e tra i primi in Europa a sperimentare l’ibridazione tra arte e digitale, torna a sperimentare con
"Hybrida".
La mostra - a cura di
Gianluca Marziani - chiude la stagione 2021/2022 di
Visionarea Art Space e dal
25 maggio fino al 6 settembre vedrà protagonista una
selezione di opere realizzate nel 2022 e mai esposte a Roma, oltre ad un nuovissimo progetto di opere
NFT ("non-fungibile token", ndr) prodotte dalla neo nata
Artitude. AI. E se nella storia antica
l’ibridismo fu immaginato fra mondo animale e mondo umano (dalla Sfinge di Giza al mito del fauno),
oggi l’ibridismo è fra uomo, tecnologia e biologia, che si tratti d
i chip sottopelle o microrganismi biologici come i virus.Hybrida - si legge nella nota - "si articola
tra opere fotografiche di vario formato che adattano le loro superfici alle direzioni energetiche del singolo soggetto, al piano d’irradiazione, ad una capacità di evocare paesaggi anche quando questi non compaiono. Fondali piatti di matrice fiamminga isolano le figure femminili di quest’antropologia futuribile, imponendo la centralità alla Rembrandt della loro
drammaturgia, come se ci indicassero i margini dei nostri sbagli e delle occasioni perdute. I tre monitor che contengono altrettanti ritratti compiono lo stesso rituale ma con la qualità semantica dell’alta definizione, dentro una grammatica digitale che esalta l’infinitesimale percezione del dettaglio microscopico".
"Matteo Basilé è stato uno dei primi in Europa a fondere arte e tecnologia, e non a caso le sue opere fotografiche sono delle vere e proprie “pitture digitali”. In quasi tutte le sue creazioni è esplicito il rimando ai grandi maestri del passato, da Caravaggio all’arte fiamminga fino alle suggestioni del Barocco: un bagaglio culturale che l’artista rielabora sapientemente fondendo storia classica ed epoca attuale, in una galleria di personaggi che rievocano costantemente qualcosa di noto senza avere tuttavia un’identità definita – “uno, nessuno e centomila” – e danno vita a un mondo onirico e surreale dove non esistono più riferimenti spazio-temporali. Un’arte fluida e ibrida come l’epoca che viviamo", commenta
Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della
Fondazione TerzoPilastro – Internazionale. Scrive in catalogo
Gianluca Marziani: "I creatori di mondi sono fatti così: danno nuovo spazio e nuovo tempo al proprio sguardo veggente, cucendo le fonti di riferimento con i rimandi a nuove fonti liturgiche. I
creatori di mondi immaginano l’uomo nuovo dentro luoghi mineralizzati dal tempo lunghissimo dell’universo. È questa l’identità adulta di un creatore di mondi come Basilé. È qui che
ricomincia la
possibilità di una storia".Collocata presso l’Auditorium Conciliazione,
Visionarea– con il sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, presieduta da
Emmanuele F. M. Emanuele – conferma così la sua vocazione ad avamposto
contemporaneo nel cuore di Roma, chiudendo la nuova stagione con una mostra che porta all’attenzione del grande pubblico le nuove sperimentazioni ibride di uno dei più interessanti
“creatore di mondi” (come, appunto, l’ha definito Marziani) contemporaneo:
Matteo Basilé.