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Superbonus, "impatto limitato" sul deficit

Ieri, intanto, è arrivato (l'ennesimo) allarme ANCE

Economia
Superbonus, "impatto limitato" sul deficit
(Teleborsa) - C'è attesa per la comunicazione da parte dell'Istat dei dati ricalcolati sui deficit italiano degli anni dal 2020 al 2022 a seguito delle determinazioni, anche Eurostat, sulla qualificazione contabile dei crediti d'imposta, che un peso molto rilevante hanno avuto nel cosiddetto Superbonus.


In attesa che alle 11 di oggi l'Istituto comunichi come e quanto tali crediti verranno 'spalmati' in aumento sui deficit degli ultimi 3 anni, fonti del Tesoro segnalano che per quanto riguarda il deficit 2023 - che gli ultimi documenti dell'esecutivo collocavano in via previsionale al 4,5% - gli effetti dovrebbero essere "limitati".

Tutto ciò grazie a tre ordini di fattori. Il primo è stato lo stop avvenuto lo scorso 15 febbraio e deciso dal Governo per il meccanismo del superbonus 110%, che ha arrestato gli importanti effetti di spesa legati a tale provvedimento. Il secondo fattore che dovrebbe svolgere un effetto positivo sui conti pubblici riguarda la crescita economica per l'anno in corso che, rispetto alle stime dell'esecutivo, collocate nello scenario programmatico a un +0,6% del Pil, starebbero accelerando verso l'1%. Il terzo fattore riguarda il netto calo dei costi dell'energia con i prezzi del gas sul mercato internazionale che continuano a scendere.ù

Ieri, intanto, è arrivato l'allarme ANCE che ha espresso"forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l'approvazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti perché il decreto non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi". E' quanto ha affermato il vice presidente dell'Associazione nazionale dei costruttori edili, Stefano Betti, nel corso di una audizione in Commissione finanze alla Camera, sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi. "Si tratta di circa 19 miliardi di euro , già maturati, che se non pagati - ha sottolineato l'Ance - mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l'indotto"
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