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Inflazione, i commenti di consumatori e imprese: dato illusorio, resta incertezza

Economia
Inflazione, i commenti di consumatori e imprese: dato illusorio, resta incertezza
(Teleborsa) - Il calo dell’inflazione a febbraio è un dato illusorio dovuto unicamente alla rapida discesa dei beni energetici, mentre i prezzi del carrello della spesa e dei generi ad alta frequenza di acquisto continuano a salire, svuotando le tasche delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati provvisori diffusi oggi dall’Istat.

L’inflazione al 9,2% equivale ad un maggiore esborso pari a +2.691 euro annui per la famiglia “tipo”, spesa che sale a +3.485 euro per un nucleo con due figli – analizza il Codacons – Nonostante la decelerazione del tasso generale registrata dall’Istat negli ultimi due mesi, i prezzi dei prodotti più acquistati dai cittadini rimangono a livelli elevatissimi, con il carrello della spesa che addirittura sale al +13,0% dal +12,0% del mese precedente, mentre i prodotti ad alta frequenza d'acquisto passano da +8,9% a +9,0%.

"Bene, prosegue la discesa dell'inflazione grazie soprattutto al calo dei beni energetici e, in particolare, del gas del mercato tutelato che crolla del 42,9% da febbraio 2022, mentre nel libero sale del 72,9% pur avendo finalmente iniziato a scendere sul mese precedente del 15,4% contro il -14,1% del tutelato. In ogni caso il Governo non solo deve prorogare il taglio delle imposte anche nel prossimo trimestre ma deve anche rinviare la fine del tutelato, prevista per la luce dei condomini tra meno di un mese, il 1° aprile 2023" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”. Nell’ambito del PNRR abbiamo presentato tra l’altro – precisa Prandini – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che – conclude Prandini – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

“Nonostante si inizino a rilevare i primi segnali di un rallentamento dell’aumento generalizzato dell’inflazione, per effetto del sostanziale calo dei costi dei beni energetici, permane un sentiment diffuso di incertezza sul piano economico e servirà ancora diverso tempo per attenuare gli effetti dell’aumento dei prezzi, che resta tra le preoccupazioni principali delle famiglie italiane”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione.

“Il potere d’acquisto è stato fortemente messo sotto pressione in questi ultimi mesi, e oggi continuiamo a registrare una contrazione dei consumi nel comparto del food, con un calo a volume tra i 4 e i 5 punti percentuali rispetto a un anno fa. È una situazione alla quale si deve porre la massima attenzione, con l’obiettivo di sostenere i consumi ed evitare impatti significativi sulle tante filiere agroalimentari di qualità ed eccellenza del Made in Italy. Nel corso dell’ultimo anno le aziende della Distribuzione Moderna hanno fatto uno sforzo economico significativo, assorbendo parte degli aumenti generalizzati sui beni di consumo, per attenuare l’impatto sui prezzi e tutelare il potere di acquisto degli italiani. Oggi da parte delle nostre aziende non ci sono le condizioni per assorbire nuovi incrementi dei prezzi, ci auguriamo che i chiari segnali di rallentamento sui costi dell’energia e delle materie prime di queste settimane portino anche il sistema industriale ad agire in questo senso e porre un freno alla spinta agli aumenti che ha caratterizzato il mercato in questi mesi”.

Per l’Ufficio studi di Confcommercio l’anno in corso, in ogni caso, si apre favorevolmente sotto il profilo del mercato del lavoro. Anche a gennaio cresce l’occupazione: il confronto annuo indica +459mila unità. Lo stesso incremento del tasso di disoccupazione nel primo mese dell’anno può essere interpretato in senso positivo, perché indotto da una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, come sottolinea il calo, per il secondo mese consecutivo, degli inattivi.

Tra gli elementi positivi che stanno caratterizzando questa fase vi è indubbiamente l’accresciuta partecipazione delle donne al mondo del lavoro: sia il tasso di attività sia il tasso di occupazione si sono attestati ai livelli più alti dal 2004, inizio delle serie storiche, sebbene nel confronto internazionale il lavoro delle donne in Italia presenti ancora gravi deficit. Resta difficile la condizione del lavoro indipendente, cresciuto di sole 42mila unità rispetto a un anno prima.
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