(Teleborsa) - Sebbene il ritmo sostenuto degli aumenti dei
tassi di interesse nell'ultimo anno e mezzo sia ormai superato, l'attività del settore dei servizi rimane sorprendentemente solida in buona parte delle economie. Ciononostante, si iniziano a vedere i risultati ottenuti dai rialzi dei tassi: le pressioni della domanda sembrano essersi allentate e l'
inflazione (core) sembra aver raggiunto il suo picco, pur rimanendo ben al di sopra degli obiettivi delle banche centrali.
S&P ha previsto quindi un periodo di crescita inferiore alla media, alimentato da tassi più alti per un periodo maggiore, con un aggiustamento relativamente più lento e morbido per tornare allo
stato stazionario, a condizione che i
mercati del lavoro siano solidi.
Il rischio principale secondo l'agenzia di rating riguarda il fatto che le
pressioni sulla domanda e sull'inflazione rimangano più elevate e più forti del previsto, provocando un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, un inasprimento delle
condizioni di finanziamento e un atterraggio più duro.
S&P sottolinea infine che due importanti
eventi macroeconomici sembrano aver raggiunto il picco e saranno sempre più in secondo piano. Il primo sono gli effetti macrociclici o di breve durata della
pandemia di COVID. Le
interruzioni lungo la
catena di fornitura si sono risolte con l'eliminazione degli arretrati e il ritorno a consegne più normali e la struttura dei prezzi. In secondo luogo, il boom dei servizi alimentato dagli stimoli politici e dalla domanda repressa sembra aver raggiunto il picco, con grande sollievo delle banche centrali.
L’inflazione e i tassi dovrebbero diminuire gli anni a venire, sottolinea l'agenzia di rating che evidenzia però come a mancare siano i
cambiamenti strutturali che sono ancora in evoluzione.
Geopolitica e preoccupazioni per la
sicurezza energetica continuano a spostare l'ago a livello macro. Le catene di fornitura vengono riconfigurate. In particolare, la sicurezza energetica continua a trainare il commercio con i flussi che si sono rivelati sorprendentemente reattivi, come dimostrato dalle linee di approvvigionamento riconfigurate dall’Europa sia per il petrolio (Africa) che per il gas (Stati Uniti).
Infine, la
transizione energetica comporterà un ruolo più ampio dello stato, e creerà nuovi vincitori e vinti, proprio come la globalizzazione. "Per un futuro ordinato – raccomanda S&P –, il tutto deve essere gestito saggiamente".