(Teleborsa) - La
Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il
referendum abrogativo sull'Autonomia differenziata delle Regioni, un verdetto che rappresenta un
sollievo per il governo e una vittoria per la Lega, ma lascia insoddisfatte le opposizioni e diverse associazioni. L'oggetto e la finalità del quesito, spiega la Corte, non sono sufficientemente chiari per consentire una scelta consapevole agli elettori, rendendo necessarie eventuali modifiche tramite revisione costituzionale e non attraverso un referendum.
La
legge Calderoli, approvata lo scorso giugno, aveva sollevato fin da subito forti contrasti, dividendo governatori e forze politiche. La Consulta ha ribadito che alcune materie, come energia, trasporti e scuola, non possono essere trasferite alle Regioni, richiedendo comunque una revisione parlamentare della norma. La premier Giorgia Meloni ha garantito che il governo è già al lavoro per una nuova legge, ma permangono timori di divisioni interne alla maggioranza e tra i governatori.
Intanto, gli
altri cinque referendum abrogativi hanno ricevuto il via libera dalla Consulta. Tra questi, il quesito proposto da +Europa sulla cittadinanza per gli extracomunitari e i quattro della Cgil su tematiche legate al lavoro, tra cui il Jobs Act e i contratti a termine. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha annunciato una mobilitazione per sostenere i cinque referendum e ribadire l'opposizione alla legge Calderoli.
La partita sull'Autonomia differenziata e sui diritti del lavoro è ancora aperta, promettendo un intenso dibattito politico e sociale nei prossimi mesi.