Il mercato ha imparato a non farsi guidare dalle stime, ma dal grado di distorsione della realtà che queste esprimono. Distorcere la realtà, o per lo meno il buon senso, è il modo di esprimere una volontà politica.
I democratici del
Fomc, che vogliono tassi a zero per avere il prima possibile piena occupazione e aumenti salariali (anche a costo di provocare inflazione), fanno stime di crescita dell'
occupazione e dell'
inflazione palesemente basse in modo da potere giustificare i tassi a zero. I repubblicani le fanno palesemente alte in modo da alzare la media e avere un supporto per chiedere tassi più alti. Poiché i democratici del Fomc sono più numerosi (oltre che molto più influenti a livello di opinione) le stime finali, che sono una media tra quelle espresse dai vari componenti, sono palesemente al di sotto del credibile.
Più sono al di sotto del credibile, più trasmettono il messaggio che la componente maggioritaria del Fomc vuole assolutamente, costi quel che costi, tenere i tassi a zero per un periodo particolarmente lungo.
I mercati colgono perfettamente (e razionalmente) il messaggio. Non importa che la realtà sia bruttina, con meno crescita e più inflazione (in America) di quello che ci siamo raccontati per tutti questi mesi. L'unica realtà che conta è convenzionale ed è quella ricostruita dalla Fed.
Accade così che i mercati accolgano favorevolmente tutto e il contrario di tutto. In Europa festeggiano l'inflazione troppo bassa (perché significa che la Bce farà il
Quantitative easing) e in America festeggiano l'inflazione alta (perché vuol dire che la Fed ha avuto successo e perché le imprese hanno finalmente la possibilità di alzare i prezzi). Accade anche che i mercati diventino più realisti del re ed esprimano, nelle loro attese, tassi futuri più bassi di quelli, già bassi, previsti dai membri del Fomc.
(Nella foto: Gustave Caillebotte. La Place de l'Europe, temps de pluie. 1873)
"