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Il paradosso

Tutto cash o tutto azioni potrebbe essere indifferente

La Bce, che ha deluso le aspettative dell'ultima ora, ha comunque varato un pacchetto di misure anche più ampio di quello lasciato intravedere durante la conferenza stampa del 22 ottobre, quella in cui Draghi buttò lì la possibilità di un taglio dei tassi. Se torniamo alla sera del 21 ottobre, quando il prolungamento del Qe non era dato ancora per certo e quando nessuno si immaginava il taglio dei tassi, vediamo che l'Eurostoxx era allo stesso identico livello di oggi e che il rendimento del Bund decennale, allora dello 0.51 per cento, è addirittura salito oggi allo 0.58. Solo l'euro si è mosso, passando dall'1.13 del 21 ottobre all'1.10 di oggi.

Knowledge Economic City di MedinahDa questo non traiamo la conclusione che il Qe2 è nato morto, come sembrano pensare i mercati, ma quella di un iniziale festeggiamento esagerato e prematuro che si è trasformato in rabbia stizzita cui seguirà, nei prossimi mesi, una terza fase di effetti benefici a rilascio lento, non tanto sull'euro, che rimarrà sostanzialmente stabile, quanto sulle borse e i crediti europei.

Quanto al petrolio e alle materie prime, i timori dei mercati sono per la domanda e per gli effetti sui paesi produttori e sulle compagnie minerarie. Sul petrolio, tuttavia, non c'è nessuna debolezza della domanda, che continua a crescere regolarmente. Quanto ai produttori, siamo entrati nella fase finale del processo di selezione naturale che vedrà vincitori quelli che hanno i costi di estrazione più bassi (Arabia Saudita, Iraq e l'area texana di Eagle Ford).

Prince Abdulaziz City in progettazioneL'Arabia Saudita, che conduce il gioco al ribasso sui prezzi, scommette su una stabilizzazione e inversione di tendenza entro la fine del 2016. Ci sarà quindi un momento (ma adesso è ancora troppo presto) in cui i titoli dell'energia batteranno il resto del mercato e trascineranno verso l'alto le borse. Più si scende oggi, insomma, più si risalirà domani. Nelle materie prime ha sempre funzionato così.

Quanto alla Fed, non riusciamo a vedere nessun dramma intorno al rialzo di mercoledì prossimo. Non c'è un angolo del pianeta dove il preavviso di questo rialzo non sia già arrivato da un anno e non sia stato ampiamente discusso e scontato nei prezzi. Più che una corsa a vendere, vediamo quindi probabile un grande sbadiglio globale o perfino una breve fiammata di rialzo nel caso di una conferenza stampa particolarmente rassicurante.

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