(Teleborsa) -
Sullo stop alle auto a benzina e diesel nel 2035 interviene anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy,
Adolfo Urso, precisando "
dobbiamo confrontarci con l'Europa: i tempi e i modi che l'Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e italiana".
"
Siamo impegnati affinché con la clausola di revisione del 2026" - ha spiegato Urso in una intervista a Rairadio 1 -
si possano determinare altre tempistiche e altre modalità".
Il Ministro ha messo l'accento sulle
implicazioni per il lavoro in Italia, ricordando che, nella filiera dell'automotive, lavorano 250mila persone, che equivale al 20% della produzione. "
Con questi tempi e con queste modalità c'è un rischio lavoro. Non abbiamo tempo per riconvertire il nostro sistema industriale perché siamo partiti tardi e perché sono stati fatti diversi errori nel passato".
Urso ha ricordato che
esistono anche il biocombustibile, il biometano e l'idrogeno, non soltanto l'elettrico, ed ha parlato degli
incentivi per le auto elettriche, che "lo scorso anno sono rimasti
in gran parte inutilizzati", perché "le macchine elettriche costano troppo" e
"sono ad appannaggio dei ricchi". "Sono invece stati utilizzati gli incentivi per le macchine ibride a basse emissioni", ha agigunto.
Parlando ancora degli incentivi, Urso ha spiegato che
"sono andati in gran parte a Stellantis", ma su "auto prodotte fuori dall'Italia", quindi "c'è anche un problema di stabilimenti e di strategia nel settore automotive".