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Vertice Italia Africa al Senato. Meloni: "Piano Mattei parte da 5,5 miliardi"

Economia, Energia
Vertice Italia Africa al Senato. Meloni: "Piano Mattei parte da 5,5 miliardi"
(Teleborsa) -
Venticinque capi di Stato e di governo, decine di delegazioni ministeriali, ma anche vertici delle istituzioni europee, la presidenza di turno dell'Unione Africana e il vicesegretario delle Nazioni Unite: sono arrivati a Palazzo Madama, dove è iniziata la conferenza, i partecipanti al vertice Italia-Africa, un ponte per una crescita comune, accolti dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani all'ingresso della sede del Senato e all'interno dalla premier Giorgia Meloni.

"Vi accolgo nell'Aula legislativa del Senato, luogo della rappresentanza, del confronto, del dialogo, della democrazia e della storia della nostra Nazione. Una storia antica e sempre nuova, che segna oggi con la vostra partecipazione l'inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni non solo dell'Italia, ma dell'intera Europa verso il continente africano", ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, nel suo indirizzo di saluto in Senato.

"Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi provengono dal Fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo", ha sottolineato la presidente del Consiglio Meloni prendendo la parola in Senato. "Certo - ha ammesso Meloni - non basta, per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni internazionali a altri stati donatori".

"Siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole", ha aggiunto Meloni che ha parlato di "un piano così ambizioso non potrà funzionare senza il coinvolgimento di tutto il sistema-Paese nel suo complesso, a partire dalla cooperazione allo sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia". Usare l'energia come chiave di sviluppo significa, ha spiegato, "aiutare le nazioni africane interessate a ridurre l'energia necessaria per le proprie esigenze e esportare in Europa la parte in eccesso", che significa "mettere insieme due esigenze: quella africana di sviluppare questa produzione e generare ricchezza quella europea di garantirsi nuove rotte di fornitura energetica".

Meloni ha parlato di "un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano" che sarà poi allargato "seguendo una logica incrementale". Il Piano Mattei, ha continuato, "non è calato dall'alto come spesso avvenuto in passato", ma si tratta di una “piattaforma programmatica condivisa: la condivisione è uno dei principi cardine

"Non è fuffa" ma "un'avanguardia basata su dei paletti chiari. Seguiranno degli sforzi politici ed economici molto forti", ha detto in un'intervista alla Stampa il ministro della Difesa Guido Crosetto. "La vittoria di Meloni è stata far capire a tutti gli Stati occidentali che questo è il secolo dell'Africa", ha spiegato il ministro interrogato a poche ore dalla Conferenza Italia-Africa.
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