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Lex solis! Ne riparliamo dopo le elezioni… tedesche

Tutti al mare, fino a settembre

Come sempre, in politica è vero tutto ed il contrario di tutto.

A settembre ci doveva essere una manovra "lacrime e sangue". Non si poteva andare alle urne senza un Parlamento ed Governo nella pienezza dei poteri, capace di varare la manovra: i mercati finanziari ci avrebbero punito e l’estate sarebbe stata drammatica, con lo spread alle stelle. Ne sappiamo qualcosa.

Tutto questo avrebbe turbato le vacanze di molti politici, soprattutto di quelli che in Germania devono affrontare la tornata elettorale. La Cancelliera Merckel, pronta al terzo successo elettorale consecutivo, non gradirebbe affatto grane italiane durante l’estate.

Anche per la Grecia, la farsa continua: in questi giorni si eroga una tranche di aiuti, che serve a ripagare il debito, ma di una riduzione di quest’ultimo se ne discuterà solo dopo. Gli elettori tedeschi non avrebbero gradito questo "regalo" fatto ai greci. Tanto, per metter in riga Italiani, francesi, spagnoli e greci c’è tempo.

E così si è "smosciato" tutto.

L’accordo a quattro sulla legge elettorale proporzionale, raggiunto tra Pd, M5S, Lega e Forza Italia, è sfiatato di colpo: neppure era stata aperta per festeggiare, e già sembrava una bottiglia di prosecco lasciata a metà dalla notte di Capodanno. Si voterà a scadenza naturale, nell’inverno 2018. La legge elettorale si farà più avanti: non si parla di tavoli aperti, ma solo di ombrelloni.

Sul versante del bilancio, è tutto rose e fiori.

La correzione autunnale doveva essere pari allo 0,8% del pil, una cifra mostruosa visto che vanno aggiunte le risorse necessarie a dare copertura alle spese annuali (missioni militari, etc). Da una parte dovevano scattare le aliquote Iva, già previste nelle clausole di salvaguardia, dall’altra già la Commissione europea, l’Ocse ed il Fmi tuonavano sulla necessità di rimettere l’Imu sulla prima casa e di adeguare gli estimi catastali, per avere finalmente anche in Italia "una imposizione immobiliare moderna e funzionale alla crescita": cari, hanno sempre un pensiero affettuoso per noi. Già si parlava di patrimoniale, da fare scattare in pieno agosto per evitare scioperi e disordini di piazza.

Ed invece, anche qui, tutto è cambiato. La crescita del 2016 è stata più elevata del previsto, anche se di un solo decimale; quella del 2017 si manifesta più sostenuta, ed anche questa è una buona notizia. Ma la sorpresa delle sorprese arriva da Bruxelles: noi italiani abbiamo chiesto una revisione del "passo di avvicinamento al pareggio strutturale", e così la manovra si ridurrebbe dallo 0,8% del pil allo 0,3%. Un miracolo miracoloso!

Il nostro Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda riesce a fare pure promesse di sgravi contributivi: "Priorità alla riduzione del carico fiscale alle imprese". Il taglio dell’Irpef sarebbe troppo oneroso, e con le risorse a disposizione non avrebbe un impatto significativo. E poi, ha concluso, "la maggiore domanda si concentrerebbe sui beni di importazione e sull’on-line". I soldi disponibili sono pochi, ed è preferibile darli tutti alle imprese, riducendo il cuneo fiscale: meglio aumentare i profitti. D’altra parte, è ragionevole così, trattandosi di un ministro di provenienza confindustriale, e non sindacale. Chi può si accomoda, e si fa campagna elettorale.

Bisogna depistare, distrarre. Per passare il tempo, hanno pensato bene di riscaldare l’ambiente con la discussione sullo "Jus soli". Verrebbe da dire che si tratta di una "lex solis".

Passato l’autunno, dopo le elezioni tedesche, ne vedremo delle belle. Per ora, tutti al mare.

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