C'è una regola di buon senso, che ci dovrebbe guidare: bisogna cercare di capire che cosa accade quando non infuriano più le polemiche di stampa.
E' impossibile farsi una idea esatta di ciò che avviene quando si è bombardati dalle notizie e dalle immagini dei giornali e delle televisioni, che tempestano l'opinione pubblica: la manipolazione dei messaggi è il loro pane quotidiano. E poi, ci si mettono anche i politici a fare propaganda, dai Ministri in carica agli scrittori più e meno famosi.
Sono un po' di giorni, ora, che non si parla più degli sbarchi dei migranti.
Viene da pensare che sia colpa della stampa, che ha capito che ormai il pubblico si è stancato di seguire questo argomento, che non tira più.
Oppure, viene anche il lecito dubbio che ci sia una ragione politica dietro: meglio mettere tutto a tacere, non sollevare più il problema degli sbarchi perché si dovrebbe ammettere la sconfitta: non si è concluso niente a livello di Unione europea. Gli Accordi di Dublino rimangono fermi fino alla loro modifica ed il programma Sophia non si può rimettere in discussione.
Finalmente nessuno ne parla più agitando le acque, soffiando da una parte per respingere i migranti oppure dall'altra per accoglierli a braccia aperte.
I dati pubblicati quotidianamente dal Ministero dell'Interno che danno conto del numero dei migranti sbarcati in Italia, sono stupefacenti:
- considerando il periodo 1° gennaio – 26 luglio di tre anni, 2016, 2017 e 2018, quest'anno c'è un crollo. Siamo passati dagli 88.360 del 2016, ai 94.448 del 2017, ai 19.130 di quest'anno.
Scendendo al dettaglio mensile, e considerando che gli sbarchi si fanno più numerosi durante i mesi primaverili ed estivi, si rileva una una contrazione ancora più evidente:
- nei mesi di maggio, gli sbarcati erano stati 19.957 nel 2016, erano cresciuti arrivando a 22.993 nel 2017, mentre quest'anno sono stati solo 3.963;
- nei mesi di giugno, gli sbarcati sono stati 22.339 nel 2016, erano cresciuti arrivando a 25.552 nel 2017, mentre quest'anno sono stati 3.147;
- nei mesi di luglio, gli sbarcati sono stati 23.552 nel 2016, erano scesi ad 11.461 nel 2017, mentre quest'anno si sono fermati a 1.553.
Non c'è dubbio che l'effetto di annuncio è stato violento: sapendo che i porti italiani sarebbero stati chiusi, gli stessi mercanti di schiavi si sono dati una regolata. Il fatto che non ci sono più le navi delle ONG ad accogliere i profughi sotto le coste libiche ha fatto la sua parte. Il maggiore controllo da parte della Guardia Costiera libica ha contribuito a rendere più difficile le operazioni.
Che fare ora?
Bisogna intervenire a monte, con decisione, nei Paesi da cui provengono questi disperati, per lo più giovani.
Sono stati attirati da un falso mito, quello del benessere diffuso, mentre trovano altra disperazione, segregazione e sfruttamento.
Gli effetti del cambio di mano sono evidentissimi.
E niente, non si sbarca più.