Anche i modi con cui Reagan e Trump trattano cordialmente gli esponenti di vertice sono analoghi: il primo ospitò Mikhail Gorbachev, allora Segretario generale del Partico comunista russo, a Washington nel dicembre 1987, il secondo ha fatto esattamente lo stesso nell’aprile 2017 nel Summit che ha tenuto a Mar-a-Lagp con Xi Jinping, il Segretario del Partito comunista cinese. Parlano chiaro, in modo diretto, al loro interlocutore ma non ammettono repliche.
Continuiamo: sia Reagan che Trump pretendono a tutti i costi l’appoggio dell’Europa ed alla fine lo ottengono.
Per battere l’Orso sovietico, arrivando nel 1989 alla caduta del Muro di Berlino che portò nel giro di pochi mesi al disfacimento dell’URSS e dei regimi comunisti satelliti nell’Europa dell’Est, all’Aquila americana serviva l’appoggio dei governi europei per contrastare la minaccia militare sovietica. Occorreva schierare i missili Pershing e Cruise per contrastare gli SS-20 sovietici. Ma i governi europei nicchiavano da anni, i pacifisti urlavano "Meglio Rossi che morti". Reagan spaccò politicamente l’Europa, tra i fautori della linea dura ed i sostenitori del dialogo si scatenarono furibonde polemiche.
Reagan non fece mai un passo indietro: il Muro di Berlino doveva cadere, e le sue macerie dovevano travolgere l’Orso sovietico. Bisognava distruggere il sistema comunista sovietico e la sua rete di alleanze internazionali, sfidandolo sul terreno della sostenibilità economica e politica dello sforzo necessario per contrastare la pressione americana. Alla fine, l’URSS implose, perdendo quasi metà della popolazione ed un terzo dei Paesi che ne facevano parte. Il blocco delle alleanze internazionali che facevano parte del COMECON si sfarinò.
Lo stesso sta accadendo ora, quaranta anni dopo, con l’attacco portato da Trump alla Grande Muraglia cinese. L’Accordo Trump-Junker sul riequilibrio commerciale tra Usa ed Europa è solo una tregua: l’Europa è solidale con gli Usa per andare al Wto e mettere fine alle politiche con cui il Dragone cinese depreda di tecnologie l’Occidente. Il Dragone deve implodere, ma soprattutto bisogna fermare la costruzione della BRI, la Belt & Road Initiative. Anche l’alleanza politica ed economica che va sotto l’acronimo di BRICS è nel mirino.
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